Gela. Inizia lunedì la trattativa, a livello locale, tra vertici Eni e segreterie provinciali di Filctem, Femca, Uiltec e Ugl. Il confronto, come già capitato in altre occasioni, sarà aperto anche alle rsu del gruppo Eni.
“La linea è semplice – spiega il segretario provinciale della Filctem Cgil Gaetano Catania – bisogna avere come punto di riferimento il verbale d’incontro redatto al ministero dello sviluppo economico. Quindi, mantenimento dei livelli occupazionali”.
La trattativa, comunque, si preannuncia difficile. Il tavolo di confronto anticipa il nuovo round ministeriale che, però, potrebbe già slittare. La data del 6 novembre, infatti, è decisamente in dubbio. “La questione – dice il segretario provinciale della Femca Cisl Francesco Emiliani – riguarda le altre vertenze attualmente pendenti al ministero.
Ovvero, si è scelto di dare priorità al caso Thyssenkrupp anche per evitare nuovi disordini. Non mi pare sia una scelta così ponderata. I numeri della vertenza Gela sono decisamente più ampi ma, forse, si dà priorità, oramai, a chi crea più disordine”.
Il passaggio alla bio raffinazione pone ancora molti punti interrogativi sul futuro della fabbrica di contrada Piana del Signore. “I vertici Eni – ammette il segretario Uiltec Maurizio Castania – dovranno farci capire quali numeri sono in gioco.
I livelli occupazionali devono essere assicurati e l’incognita rimane quella dell’abbandono della raffinazione del greggio”. Dubbi che non mancano neanche tra i chimici dell’Ugl. “Senza il rispetto dei punti fissati al ministero – dice il segretario provinciale dell’Ugl chimici Andrea Alario – non ci può essere alcuna trattativa”.
Un confronto che, comunque, non toccherà l’altro nervo scoperto, quello dell’indotto. I lavoratori delle aziende che, per anni, hanno operato su commessa Eni rimangono in bilico, con il rischio di essere del tutto ridimensionati.