Gela. Prima, qualche incomprensione tra vecchia e nuova commissione affari generali; poi, il rinvio per cercare di limare alcuni particolari della disciplina che dovrebbe regolare le case del commiato, avviate in città. Se ne riparlerà lunedì prossimo. L’assise civica non è riuscita a superare soprattutto lo scoglio della disciplina che definisce la collocazione di queste nuove attività, avviate da qualche tempo. Sono stati approvati quattro articoli dell’appendice al regolamento di polizia mortuaria, portata in aula dalla commissione affari generali, nella vecchia composizione presieduta dal consigliere Vincenzo Casciana. Il nuovo presidente della stessa commissione Salvatore Incardona, già in apertura di seduta, ha sollevato dubbi sul fatto che si procedesse a regolamentare una disciplina, non indicata nel regolamento di polizia mortuaria. Il segretario generale, però, ha dato una sorta di assenso. L’aula si è bloccata rispetto alla parte dell’integrazione che tocca appunto la collocazione delle case del commiato, che in base alla disciplina predisposta dovrebbero essere realizzate in aree distanti dalle scuole, evitando zone turistiche o il centro storico. Dalla maggioranza, il capogruppo di “Un’Altra Gela” Giuseppe Morselli, l’altro consigliere del gruppo del sindaco, Vincenzo Cascino, e l’esponente di “Impegno Comune” Valeria Caci, hanno sostenuto la necessità di un rinvio per affrontare meglio la questione, anche effettuando valutazioni con funzionari e dirigenti del Comune, evitando passi falsi. Uno slittamento che non è per nulla piaciuto alla grillina Virginia Farruggia, che invece ha chiesto di procedere, fino alla votazione, anche con una possibile efficacia retroattiva del provvedimento, così da regolamentare un settore, al momento privo di veri criteri per l’avvio di queste attività.
Chiaramente, l’assise civica si trova a fare i conti con un comparto economico, che dalle decisioni che saranno assunte potrebbe subire contraccolpi. Diverse attività sono già state aperte. Ragioni che alla fine hanno indotto al rinvio, nonostante i consiglieri che hanno lavorato sul provvedimento e il dirigente Grazia Cosentino abbiano spiegato di aver predisposto l’integrazione, facendo affidamento alle norme regionali. Tra le fila della maggioranza non c’è stata unità di vedute. C’è chi si è schierato contro il rinvio, che alla fine è passato, con nove voti favorevoli.