Casalinghe e disoccupati, la cocaina veniva piazzata in città: c’era una donna ai vertici

 
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Gela. Avrebbero fatturato fino a 400 mila euro all’anno, tutto prodotto della cocaina che veniva piazzata in città.

Otto a giudizio. Adesso, in aula sbarca un altro troncone dell’inchiesta “Fact Ice” che, nel dicembre di cinque anni fa, portò a individuare un vero e proprio gruppo impegnato nello spaccio ad ampio raggio di cocaina e hashish. Tra gli imputati, c’è anche la sorella di una delle presunte menti del gruppo di pusher. Sono in totale otto gli imputati. Davanti al giudice Chiara Raffiotta, intanto, si è aperto il dibattimento. I legali di difesa hanno esposto le rispettive richieste istruttorie. Al centro delle accuse, c’è anche il contenuto di diverse intercettazioni telefoniche.

La droga da Palermo e Catania. Cocaina e hashish arrivavano dalle piazze catanesi e palermitane attraverso tre contatti che il gruppo aveva costruito nel corso dei mesi. Proprio il contenuto delle intercettazioni telefoniche sarà al centro del dibattimento. Gli otto imputati sono difesi dagli avvocati Francesco Enia, Flavio Sinatra, Nicoletta Cauchi, Giovanna Cassarà, Giuseppe Cammalleri, Giuseppe D’Aleo e Ssrino Pascolato. Altri componenti della banda sono già stati condannati per gli stessi fatti in altri gradi del procedimento.

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