Gela. Carenze enormi e preoccupanti nell’intero sistema sanitario locale, compresa la catena dei soccorsi. Qualche giorno fa, per un incidente stradale nella zona di via Butera è stato necessario attendere un’ambulanza da uno dei Comuni vicini. “Gela prima di tutto-Sud chiama Nord” considera inaccettabili vicende di questo tipo che mettono a rischio l’incolumità dei cittadini. L’avvocato Giuseppe D’Aleo e l’imprenditore Marco Maniglia hanno già avuto contatti con la deputazione regionale del gruppo di De Luca, che ha presentato un’interrogazione al governo Schifani. “Con primi firmatari gli onorevoli Alessandro De Leo, Ludovico Balsamo e Cateno De Luca, chiedendosi con essa di sapere quali iniziative lo stesso governo della Regione intende assumere o abbia già assunto per un superamento delle criticità segnalate. Attendiamo ancora una risposta scritta dalle stesse autorità interrogate”, dicono. D’Aleo e Maniglia si rivolgono anche all’amministrazione comunale e alla deputazione locale. “Rivolgiamo quindi al signor sindaco e ai deputati della provincia l’accorato appello a compiere ogni sforzo necessario per un decisivo cambiamento di rotta nella gestione della sanità pubblica, imponendo con la giusta forza dei rispettivi mandati elettorali le più immediate risposte in grado di assicurare adeguati livelli di prestazioni sanitarie, coerenti con le problematiche di un intero territorio già devastato dalle conseguenze negative dell’industria petrolchimica e a forte incidenza di mortalità per patologie croniche derivate dall’inquinamento ambientale che ne è conseguito.
“Di fronte a questi episodi, chiediamo a chi di dovere di interrogarsi sugli effettivi livelli di efficienza ed economicità della gestione dei servizi sanitari assicurati in una città che continua ancora a registrare i più alti indici di mortalità per malattie cardiovascolarie di ictus, con una altissima richiesta di ricoveri in regime di emergenza, apparendo del tutto incomprensibile che l’unica risposta possibile in termini di primi soccorsi per patologie così gravi e purtroppo frequenti, debba essere affidata al solo intervento di autoambulanze provenienti da altri presidi ospedalieri di città vicine, sia pure a dispetto dell’estrema vicinanza e immediata contiguità dei luoghi ove effettuare l’intervento con quello di ricovero. Quanto accaduto è emblema di inefficienza di un sistema sanitario ormai al limite del collasso, riposa nel fatto che, per soccorrere un paziente da un luogo distante dall’ospedale appena qualche paio di centinaio di metri, si sia dovuto ricorrere all’intervento di una ambulanza che ha dovuto percorrere almeno 40 km prima di giungere a prestare soccorso, per poi percorrerne altrettanti per fare ritorno in sede.