Gela. Una condanna a quattro anni di reclusione già infertagli dal giudice dell’udienza preliminare di Caltanissetta con l’accusa di aver fatto parte del presunto gruppo criminale capeggiato da Emanuele Palazzo e di aver avuto la disponibilità di armi. Adesso, però, Simone Nicastro chiede una pena alternativa al carcere.
E’ stato il suo legale di fiducia, l’avvocato Davide Limoncello, a rivolgersi al giudice del riesame affinchè il caso possa essere rivisto. Una richiesta in tal senso era già stata bocciata proprio dal gup di Caltanissetta. Stando alla difesa, però, una pena alternativa al carcere garantirebbe al trentaduenne Nicastro una maggiore tutela, soprattutto dopo la decisione assunta dal fratello Davide di collaborare con la giustizia.
Inoltre, l’avvocato Davide Limoncello ha chiesto un’eventuale pena alternativa proprio in assenza di rischi legati alla commissione di altri reati. I magistrati del riesame, così, hanno chiesto di poter approfondire ulteriormente la documentazione che riguarda, appunto, lo stesso trentaduenne.
Per le accuse scattate dopo il blitz “Inferis”, nei confronti di Nicastro vennero chiesti quattordici anni di reclusione.