Carburante dall’estero, confermati domiciliari per gli indagati nel blitz “Acquaragia”

 
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L'inchiesta è stata coordinata dai pm della procura ed eseguita da finanza e Agenzia delle Dogane

Gela. Sono state confermate le misure cautelari imposte ai coinvolti nell’inchiesta “Acquaragia”. Lo ha deciso il gip Silvia Passanisi, che ieri mattina in tribunale ha tenuto gli interrogatori di garanzia. Davanti al magistrato si sono presentati i presunti organizzatori dell’affare del gasolio, che illecitamente sarebbe arrivato soprattutto da Croazia e Bosnia. Damiano Sciuto, Alessandro Caldarara e Daniele Borchio si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Le difese, sostenute tra gli altri dagli avvocati Tommaso Vespo e Luca Blasi, hanno comunque chiesto misure diverse dai domiciliari, imposti ai tre. Hanno sostenuto l’assenza dei presupposti per la conferma. Il gip, accogliendo le richieste giunte dalla procura (l’inchiesta è coordinata dai sostituti Luigi Lo Valvo e Ubaldo Leo), ha invece confermato quanto già stabilito al momento del blitz. Secondo gli inquirenti, i tre avrebbero coordinato il giro di gasolio che arrivava fino ad un centro di stoccaggio a Manfria, dove tra le altre cose sarebbe poi stato miscelato, sempre per eludere la disciplina fiscale in materia, con evasione di accise e Iva per un ammontare complessivo non inferiore ai 400 mila euro. I finanzieri e il personale dell’Agenzia delle Dogane ritengono che i carichi arrivassero in Italia, già senza versare i dazi doganali.

In totale, sono tredici gli indagati. Il carburante veniva poi rivenduto, a prezzi decisamente inferiori rispetto a quelli di mercato, a titolari di stazioni di servizio ma anche ad imprenditori del settore dei trasporti.

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