Gela. Prima del vero e proprio piano di caratterizzazione ambientale dell’area del Biviere, ricompresa nell’elenco dei siti orfani riconosciuti a livello ministeriale, è necessario provvedere a indagini integrative. Gli uffici regionali hanno affidato l’incarico a un professionista che si occuperà, tra gli altri interventi tecnici, “di provvedere al rilievo topografico preliminare delle aree oggetto di indagine per definire lo stato di fatto della zona di interesse nonché, al contempo, di acquisire il modello digitale del terreno e procedere alla restituzione su base cartografica in scala di dettaglio adeguata allo scopo nonché su base catastale con ubicazione georeferenziata dei punti di indagine previsti dal piano nonché della rete piezometrica esistente da individuare sulla base della documentazione in possesso dell’amministrazione e verificandone l’efficienza mediante freatimetro”, così riporta il provvedimento che conferisce l’incarico, rilasciato dal dipartimento regionale acqua e rifiuti. Sulla base di dati lo scorso anno resi pubblici dal Ministero dell’ambiente, i costi per le attività previste nel sito orfano del Biviere ammontano a venticinque milioni di euro. Si tratta delle somme necessarie per tutte le attività di “progettazione, direzione, esecuzione e collaudo degli interventi di messa in sicurezza d’emergenza, Pdc (aggiornamento-integrazione), analisi di rischio, messa in sicurezza permanente, con confinamento o bonifica mediante scavo e rimozione di tutte le sorgenti attive di contaminazione primaria, risanamento delle matrici ambientali e ripristino ambientale delle aree della Riserva naturale orientata Biviere di Gela”.
Quello del Biviere è uno dei sette siti orfani siciliani, ricompreso nel decreto emesso dal ministero e pubblicato in gazzetta ufficiale lo scorso anno. Viene classificato nel Sin di Gela. I responsabili della Riserva insistono affinché l’intera area venga sottoposta ad un monitoraggio complessivo, finalizzato ad attività di messa in sicurezza e bonifica. In base ai dati indicati nel decreto ministeriale, l’area interessata si estende su una superficie di 2.110.000 metri quadrati. Il ministero, per tutti i siti orfani italiani, calcola uno stanziamento complessivo di 500 milioni di euro. La copertura è stata rintracicata nei fondi del Pnrr.