Canoni demaniali non pagati, i controlli anche all’Eni: “L’ammanco è di almeno 6 milioni”

 
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Gela. La Regione batte cassa avviando una verifica sul pagamento del canone demaniale. La “fetta” più grossa in città. Secondo l’assessorato regionale al Territorio, in città c’è un ammanco stimato pari a 6 milioni di euro dei complessivi 60 milioni di euro dell’intera regione. “Le concessioni rilasciate a Gela incidono intorno al 10 percento e sicuramente la raffineria Eni fa la parte da leone – spiega Sergio Tufano, presidente Collegio sindacale dell’agenzia Riscossione Sicilia – Un buon 70 percento dovrebbe provenire dalla fabbrica del colosso energetico del cane a sei zampe. Controlleremo anche le concessioni rilasciate alle due piattaforme. Chi non paga rischia la revoca della concessione. Speriamo però che la nostra verifica abbia un effetto positivo – aggiunge – inducendo gli imprenditori in difetto a regolarizzare le loro posizioni. Di sicuro alcuni imprenditori non sani sono riusciti fino ad oggi ad avere utili attraverso il mancato pagamento delle imposte relative ai canoni demaniali. Estenderemo l’accertamento ai titolari e anche ai responsabili dei lidi”. Una commissione di verifica, composta da Tufano, Glacia Gambino (staff Riscossione Sicilia) e da due ufficiali di Riscossione Sicilia, Antonio Loria e Mauro Leonardi, grazie ad una convenzione stipulata con l’assessorato regionale al Territorio ha esteso anche in città la verifica delle concessioni e lo stato dei relativi pagamenti dei canoni demaniali. “Abbiamo iniziato con Catania, passando al setaccio i lidi balneari – spiega Glacia Gambino – Ci siamo spostati nel territorio provinciale di Caltanissetta partendo dal petrolchimico Eni. Ci hanno consegnato le concessioni e i relativi pagamenti, dopo avere tentennato dicendo che il personale è in ferie”. Da Eni assicurano che la situazione dei pagamenti è regolare. Fanno sapere di avere consegnato il materiale richiesto garantendo un riscontro puntuale, dall’autorizzazione demaniale alla copia della quietanza.

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