Gela. Quella appena trascorsa, per tanti imprenditori agricoli del territorio è stata una delle peggiori stagioni estive di sempre. Acqua razionata, dighe vuote e risposte che non sono mai arrivate, né dalla Regione né dalle istituzioni locali, mentre un intero comparto è flagellato dalla crisi. Anche la prossima potrebbe essere un’annata nera. Ancora oggi, l’acqua è arrivata solo dalle precipitazioni metereologiche degli scorsi giorni. Cimia è quasi vuota e l’interconnessione con Disueri è costantemente fuori uso. Pare che i lavori siano in atto, ma i problemi rimangono. Gli operatori locali sono nuovamente in forte stato di agitazione. Ci sono aziende che vanno incontro a crisi infinite, per mancanza di acqua. “Ancora oggi – dice Liborio Scudera – l’acqua delle dighe finisce in mare. Dobbiamo ringraziare Dio per le piogge, altrimenti saremmo al disastro. Cimia è quasi vuota e se non riuscirà ad invasare almeno cinque milioni di metri cubi, per noi sarà praticamente la fine. Potremmo iniziare a cercarci un altro lavoro”. Come spesso capitato, gli operatori lamentano l’eccessivo silenzio della politica. “Non abbiamo visto nessuno – aggiunge Scudera – qualcosa la stanno facendo il sindaco di Niscemi Massimiliano Conti e il sindaco di Gela Lucio Greco, ma è ancora troppo poco. Le quote destinate a Cimia, da quello che ci risulta, sono pari a zero. Sarà un altro disastro per l’intero settore”. Tra gli imprenditori agricoli locali, inoltre, si fa strada anche il sospetto che qualcuno possa tentare di approfittare della crisi per acquisire terreni e vaste aree, poi da destinare a parchi fotovoltaici.
“A questo punto – conclude – mi viene da pensare che possa esserci qualche interesse politico, a supporto di tutte queste aziende che girano per il territorio, proponendo contratti per l’acquisizione dei terreni, da destinare ad impianti fotovoltaici. Ci vogliono costringere a lasciare tutto, sostituendo le nostre produzioni, con i pannelli fotovoltaici? Non capiamo perché il comparto agricolo continui a subire danni enormi, senza che si trovi mai una soluzione definitiva”. Le campagne locali, che ancora oggi assorbono il maggior numero di occupati, ancora una volta sono vicine al default economico. Senza acqua, tutto è inutile.
Rivolgetevi ad un tribunale dei diritti anche europeo. Seno tanti chiacchieri e basta.