Gela. Prima del candidato a sindaco, meglio pensare alle liste da chiudere. Sembra questa la tendenza di tante segreterie locali, soprattutto di quelle che veramente hanno la possibilità di scegliere tra più nomi da inserire nella squadra da portare alle urne. Pensa alle liste la segreteria dem, così come stanno cercando di portarsi avanti anche nel campo opposto del centrodestra. Ci lavorano ormai da settimane e c’è chi sarebbe già pronto a metterle sul tavolo della trattativa. Il segretario cittadino del Pd Peppe Di Cristina vorrebbe chiudere il discorso liste già entro gennaio. Negli ultimi tempi avrebbe riabbracciato democratici che sembravano pronti al divorzio definitivo anche se probabilmente dovrà incassare l’addio di altri, soprattutto dopo la fine dell’esperienza in consiglio comunale. Il segretario dem però ha capito che servono nomi capaci di attirare tanti voti, da mettere poi in bella mostra nel corso delle trattative. Nel versante opposto, a buon punto sarebbe anche il forzista Pino Federico, che potrebbe addirittura farsi garante di almeno due liste. Negli ultimi giorni non sono mancate le voci che lo danno molto impegnato, probabilmente mettendo da parte le velleità di sindacatura ma pensando più ad un ruolo di collante dell’eventuale coalizione, da far fruttare a cose fatte (contando i voti). Alle liste, già da tempo, stanno lavorando anche altri partiti dell’area di centrodestra.
In casa DiventeràBellissima e Fratelli d’Italia i cantieri sono aperti e dovranno dimostrare di poter controbilanciare il peso dei forizsti, che rischiano di rimanere il partito di riferimento della possibile coalizione (almeno in città). Stesso discorso vale per i centristi di Noi con l’Italia che ci tengono a non essere considerati ospiti in casa d’altri. Di liste ormai si parla anche nell’area civica, con movimenti come una Buona Idea che hanno praticamente anticipato tutti, lanciando in tempi non sospetti una sorta di prequel della vera campagna elettorale. All’appello mancano ancora le forze di governo. Né i grillini del Movimento cinque stelle né i leghisti (che in città devono darsi una vera e propria regola interna) si sono sbilanciati. Le liste arriveranno anche per loro, sempre che i rapporti piuttosto tesi (che non mancano neppure in altri lidi politici) non producano nuove conseguenze.