Bufera FI, Gnoffo e Cirignotta sconfessano Biundo: "Legato alla sua tradizione di sinistra"
In casa FI, qualcosa va resettata prima possibile. Ieri, abbiamo riportato le valutazioni di Biundo
Gela. Mentre si discute del possibile congresso cittadino del partito, tra i forzisti l'alba priva di nubi pesanti non sembra dietro l'angolo. Ieri, abbiamo riportato le valutazioni del vicepresidente del consiglio comunale Antonino Biundo, che pur escludendo fratture nette all'interno del gruppo locale, ha comunque sottolineato che la linea va definita dal coordinatore provinciale, da quello cittadino e dal capogruppo consiliare. Non è una novità che tra lui e alcuni dirigenti locali ci siano evidenti distanze. In casa FI, qualcosa va resettata prima possibile. "Le dichiarazioni rese dal consigliere Biundo dimostrano, ancora un volta, la sua poca aderenza al partito che, a livello locale, non subisce alcuna spaccatura né tanto meno risulta essere poco attrattivo come dallo stesso immotivatamente rappresentato. Ci dispiace constatare che in più occasioni il consigliere ha volutamente minimizzato gli interventi del partito, nella persona di noi dirigenti provinciali - dicono i dirigenti azzurri Nadia Gnoffo e Vincenzo Cirignotta - precisando che fossero frutto di considerazioni rese solo a titolo personale. Dichiarazioni, quelle di Biundo, che palesano un marcato scollamento dalle dinamiche di quel partito che gli ha consentito di sedere, oggi, tra gli scranni del consiglio comunale. Forza Italia, partito liberale e moderato, oggi in città vanta il contributo di tanti amici, che mai hanno fatto mancare il proprio supporto in coerenza con gli ideali che lo caratterizzano. Il consigliere sa bene che nessuno si sveglia la mattina e decide di uscire sui giornali solo per aprire bocca.
Invero, ogni singolo intervento è il risultato di un lavoro di squadra, nel rispetto della nostra cultura politica e, soprattutto, con senso di responsabilità verso il movimento politico e gli elettori". Gnoffo e Cirignotta, già nel recente passato, non hanno condiviso le argomentazioni del consigliere del partito e le dimensioni politiche sono parse anni luce distanti. Biundo, ieri, ha ribadito che la visione del partito non può essere molteplice, pur rispettando il confronto interno. Addirittura, i due dirigenti azzurri lo considerano vicino a una collocazione di centrosinistra. "Non possiamo fare a meno di prendere oggi le distanze dalla sua visione politica che non risulta in linea con quella di una comunità, che in città come in provincia, gode di ottima salute e apre le porte a chiunque voglia condividerne il progetto. Probabilmente, il consigliere - aggiungono - ancorato a vecchie logiche di partiti di sinistra, ritiene di poter mettere a tacere le voci libere cercando di imporre regole che mortificano il ruolo di ciascun tesserato e amico di Forza Italia". Sulle provinciali, lo stacco è ancora più netto. Biundo puntava sulla candidatura di Gabriele Pellegrino per l'assise provinciale. Ha sottolineato che "in politica non sempre due più due fa quattro". Il rapporto è incrinato e si comprende in maniera chiara. "In merito all’esito delle elezioni provinciali, dispiace rilevare, come Biundo commetta un grave errore di valutazione del risultato elettorale, probabilmente mosso da aspettative personali. Forza Italia, nella sua interezza, insieme ai partiti e movimenti che hanno sposato il progetto del presidente Tesauro, ha vinto le elezioni, ha eletto nel sud della provincia due autorevoli consiglieri provinciali, e qualsiasi altra considerazione su presunti tradimenti o meri calcoli elettorali - concludono Gnoffo e Cirignotta - non collima con lo spirito di squadra che caratterizza il partito azzurro. Forza Italia continuerà a dare ascolto e voce alle istanze e ai bisogni reali dei cittadini e a essere portatrice degli interessi generali diffusi della nostra comunità. In vista dell’imminente celebrazione del congresso cittadino, auspichiamo un confronto democratico e costruttivo all’interno del partito". Ancora una volta, il partito sembra diviso: da una parte chi sta fuori dall'assise civica e dall'altra l'esponente istituzionale.
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