Bonifica acque di falda Eni, Ministero approva quarta variante interventi: ok protocollo
E' stato varato il “protocollo operativo di monitoraggio dell'efficienza idraulica e dell'efficienza idrochimica del sistema di contenimento acque sotterranee”

Gela. Il primo progetto definitivo per la bonifica delle acque di falda del sito Eni, approvato a livello ministeriale, risale a ventuno anni fa. Nel corso del tempo, si sono susseguiti i passaggi burocratici e le conferenze di servizio, oltre ad attività sul campo. Nel 2021, a seguito di un provvedimento di sequestro, le carte passarono in mano a un amministratore giudiziario. Pochi giorni fa, invece, il Ministero dell'ambiente, attraverso la direzione generale economia circolare e bonifiche, ha emesso l'atto che conclude con esito “positivo” la conferenza di servizi che di fatto dà il via libera alla quarta variante del progetto per la bonifica delle acque sotterranee del sito Eni. E' stato varato infatti il “protocollo operativo di monitoraggio dell'efficienza idraulica e dell'efficienza idrochimica del sistema di contenimento acque sotterranee”, seguendo la revisione che risale al dicembre di due anni fa. A livello ministeriale si è preso atto dei pareri favorevoli delle autorità competenti in materia. Il protocollo era stato trasmesso da Eni Rewind. Ci sono però prescrizioni che vengono poste e specificate nel decreto ministeriale. Si precisa che “il protocollo deve essere rivalutato ed eventualmente ricalibrato, in accordo con Arpa, sulla base degli esiti e delle valutazioni che scaturiranno nel corso dei futuri monitoraggi”. Inoltre, data la presenza di “prodotto in fase separata riscontrato in falda, che rappresenta fonte primaria di contaminazione”, sarà necessario verificare "l’efficienza idraulica, cioè la rete di piezometri di monitoraggio, mediante controllo del funzionamento dei sistemi di emungimento, così da poter effettuare se necessario gli idonei interventi per il contenimento e il recupero del prodotto surnatante”. Sarà Eni Rewind, nell'arco temporale dei prossimi quattro mesi, a dover adempiere alle attività dettate dal protocollo e dal progetto generale. Quello delle acque di falda è un aspetto sempre molto delicato, che nel recente passato, appunto, ha condotto a inchieste giudiziarie.