Blitz “Tetragona”, gli imputati respingono le accuse davanti ai giudici d’appello

 
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Gela.
Stanno cercando di rispondere alle accuse mosse in aula nei loro confronti dal procuratore generale nell’ambito del processo d’appello scaturito dalla maxi inchiesta antimafia “Tetragona”. Alla sbarra ci sono diversi presunti esponenti dei clan locali, già condannati in primo grado dai giudici del tribunale nisseno.

Dopo la requisitoria del pg, sono state le parti civili a concludere, in rappresentanza di diversi imprenditori che sarebbero finiti al centro di un giro d’estorsioni organizzato dagli affiliati. Il pool difensivo, intanto, ha iniziato a definire la propria strategia. Nel corso dell’ultima udienza andata in scena a Caltanissetta, gli avvocati Flavio Sinatra e Giacomo Ventura hanno esposto le rispettive linee difensive davanti ai giudici d’appello.
L’avvocato Ventura ha cercato di ridimensionare le accuse mosse nei confronti del quarantenne Nicola Liardo. Stando al legale, infatti, l’imputato non avrebbe fatto parte dei gruppi di cosa nostra ma avrebbe sempre agito in assoluta autonomia.
Al centro del suo intervento, inoltre, la presunta estorsione ai danni del gruppo edile Mondello. Liardo, secondo la difesa, avrebbe soltanto cercato un’eventuale opportunità d’impiego, contattando imprenditori che avevano già avuto alle loro dipendenze il padre. L’avvocato Flavio Sinatra, invece, è intervenuto per la posizione di Vincenzo Burgio e di altri suoi assistiti, rigettando le accuse mosse nei loro confronti.
La prossima udienza che consentirà gli interventi degli altri legali di difesa è stata fissata per il 27 marzo. 

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