Gela. Gli investigatori la ritengono prestanome del presunto capo degli stiddari, il quarantaquattrenne Bruno Di Giacomo. Il giudice delle indagini preliminari del tribunale di Caltanissetta, però, ha accolto le richieste della difesa e ha disposto la scarcerazione della venticinquenne Laura Cosca. La moglie di Di Giacomo, da quanto emerso nell’inchiesta “Stella cadente”, sarebbe risultata titolare, in modo fittizio, di alcune società, che però erano nella piena disponibilità del marito. Per gli investigatori, la giovane avrebbe coperto le attività del presunto boss, anche dopo la scarcerazione. Difesa dall’avvocato Carmelo Tuccio, non ha riposto alle domande del gip, che l’ha sentita nel corso degli interrogatori di garanzia. Il legale, però, ha insistito per ottenere la revoca dei domiciliari che le sono stati imposti.
Ha spiegato che non sarebbero emersi elementi tali da giustificare la misura cautelare. Cosca torna in libertà, mentre proseguono le indagini. Altri indagati, invece, si sono già rivolti ai giudici del riesame di Caltanissetta. Sono state fissate le prime udienze.