Blitz “Revenge”, dal gip i Trubia si difendono: i fratelli Raitano non parlano

 
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Gela. I fratelli Raitano hanno scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere, a differenza dei Trubia che invece hanno dato le loro spiegazioni al gip del tribunale, che li ha sentiti dopo il blitz “Revenge”. Secondo i carabinieri, i due gruppi familiari erano arrivati allo scontro, anche armato, al culmine di tensioni sfociate in un tentato omicidio, quello che viene contestato a Rosario Trubia, che avrebbe fatto fuoco contro i fratelli Raitano. Rosario Trubia e Giuseppe Trubia, a loro volta fratelli, hanno sostanzialmente confermato quanto sostenuto negli scorsi mesi, dopo essere stati arrestati per queste vicende. Hanno fornito le loro spiegazioni, anche sulle armi, assistiti dagli avvocati Nicoletta Cauchi e Filippo Incarbone. Il ventenne Rosario Trubia avrebbe anche fatto riferimento all’arma sottratta ai Raitano, secondo la sua versione solo per difedersi. Secondo gli investigatori, il tentato omicidio ai danni dei Raitano, il ferimento di Vicenzo Trubia, padre di Rosario e Giuseppe Trubia, e i colpi d’arma da fuoco esplosi contro l’ovile degli stessi Trubia, sarebbero tutti da collegare ai dissidi maturati dopo il sequestro di un motorino, risultato rubato, e la rapina subita da un altro dei fratelli Trubia, ai quali i Raitano avrebbero sottratto un mezzo elettrico. Antonino Raitano e Ruben Raitano hanno scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere.

La difesa del primo, sostenuta dall’avvocato Giovanni Bellino, attende di valutare meglio gli atti e anche le restrizioni dovute all’emergenza Covid non hanno favorito la possibilità di un confronto con il suo assistito. Anche Ruben Raitano, difeso dall’avvocato Cristina Alfieri, ha deciso di non parlare. Della facoltà di non rispondere si è avvalso un altro indagato, Giacomo Tumminelli. Lo scorso anno fu arrestato insieme ai Raitano per queste vicende, ma i giudici del riesame accolsero le istanze della difesa (sostenuta dall’avvocato Valentina Lo Porto), revocando le misure. Lunedì, invece, sarà la volta di Giovanni Alario (difeso dall’avvocato Francesco Enia) e di Marco Ferrigno (rappresentato dall’avvocato Cristina Alfieri).

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