Gela. Nessun rapporto per la droga, ma solo per la compravendita di un’automobile. Ci sarebbe questo, almeno secondo la versione fornita dal quarantenne Mirko Salvatore Rapisarda, dietro ai contatti che gli inquirenti agrigentini gli contestano. Il gelese, questa mattina, è stato sentito dal gip del tribunale di Agrigento. E’ coinvolto nell’indagine “Piramide” e gli è stata imposta la misura degli arresti domiciliari. Difeso dall’avvocato Davide Limoncello, ha respinto le accuse e al giudice delle indagini preliminari ha confermato che avrebbe avuto contatti con un altro dei coinvolti, non per piazzare droga ma per la compravendita di un’automobile.
Anche i duemila euro che vennero trovati dai carabinieri nel corso di una perquisizione sarebbero una parte dell’importo dovuto per la vettura. Il legale che lo rappresenta ha formalizzato una richiesta di revoca della misura o comunque di sostituzione. Nell’inchiesta sono coinvolti soprattutto indagati, che pare gestissero un traffico di droga in diversi Comuni della provincia di Agrigento.