Blitz "Mondo opposto", dopo le condanne di primo grado fissato l'appello

In primo grado sono state venti le condanne

A cura di Rosario Cauchi
25 luglio 2025 22:00
Blitz "Mondo opposto", dopo le condanne di primo grado fissato l'appello -
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Gela.  A maggio, il gup del tribunale di Caltanissetta ha emesso venti condanne e un'unica assoluzione. Tutti gli imputati furono coinvolti nel blitz antimafia "Mondo opposto", coordinato dalla Dda nissena. È stato fissato il giudizio di secondo grado, per il prossimo ottobre. Diversi condannati hanno scelto di non rivolgersi ai magistrati della Corte d'appello di Caltanissetta, tra questi Alberto Musto, condannato a venti anni di detenzione e nell'inchiesta considerato il punto fondamentale per la riorganizzazione dei clan di Cosa nostra, a Niscemi e nei centri limitrofi, e il fratello Sergio Musto, con condanna a dodici anni e quattro mesi di detenzione. Il gup del tribunale nisseno, al termine del giudizio abbreviato, ha poi condannato a dieci anni e otto mesi Giuseppe Auteri, nove anni e otto mesi per Andrea Abaco, nove anni e quattro mesi a Francesco Cona, nove anni a Giovanni Ferranti e René Di Stefano, otto anni e quattro mesi a Francesco Torre, otto anni per Giovanni Manduca, sei anni e otto mesi a Francesco Cantaro e Carlo Zanti, sei anni per Francesco Piazza, quattro anni al gelese Carmelo Raniolo e tre anni e quattro mesi agli altri gelesi Vincenzo Cannizzaro e Luigi Cannizzaro, tre anni e quattro mesi a Maria Antonietta Caruso, tre anni a Francesco Amato, due anni e nove mesi a Davide Cusa, un anno e dieci mesi a Gianni Ferranti e un anno e otto mesi a Paolo Rizzo. L'unica assoluzione è stata pronunciata per Viviana Caruso. Il ricorso in appello è stato proposto da Giuseppe Auteri, Francesco Amato, Giovanni Ferranti, Davide Cusa, Maria Antonietta Caruso, René Di Stefano, Gianni Ferranti, Francesco Piazza e Paolo Rizzo. Neanche gli imputati gelesi hanno optato per il secondo grado. Il gup ha riconosciuto il diritto al risarcimento dei danni in favore delle parti civili, tra queste il Comune di Niscemi, con il legale Paolo Testa, e i Ministeri dell’interno e della difesa, attraverso l’Avvocatura dello Stato, con il legale Giuseppe Laspina. Il blitz scattò, con i carabinieri, anche per consentire di bloccare il presunto piano per uccidere un commerciante antiracket, a sua volta parte civile. Davanti al collegio penale del tribunale di Gela, è partito invece il dibattimento per altri coinvolti. Gli imputati, oltre alle estorsioni, si sarebbero organizzati con la disponibilità di armi, facendo leva inoltre su presunte informazioni fornite da un poliziotto in pensione. Sono difesi dai legali Flavio Sinatra,  Maurizio Scicolone, Joseph Donegani, Angelo Cafà, Francesco Spataro, Danilo Tipo, Nicoletta Cauchi, Salvatore Leotta, Antonino Grippaldi, Ennio Adamo, Antonio Vincenzo Arcerito, Donatella Cinzia Singarella, Antonino Ficarra, Francesco Mascali, Monica Catalano, Claudio Bellanti, Vita Mercolillo, Agata Maira, Giuseppe Napoli, Antonino Di Gregorio, Riccardo Incarbone e Luca Del Bue.

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