Blitz "Ianus", mafia e droga: più di trenta condanne, vent'anni a Pasqualino e Rapisarda
Sono otto le assoluzioni. Per gli investigatori il traffico di droga era controllato dai clan

Gela. Mafia e traffico di droga, con i canali agrigentini, catanesi e della zona ragusana, sono i due piedistalli investigativi alla base della maxi inchiesta "Ianus". Questa mattina, il gup del tribunale di Caltanissetta Lorena Santacroce, ha emesso più di trenta condanne, per un totale di oltre duecentocinquanta anni di detenzione, a conclusione del rito abbreviato. Sono otto, invece, le assoluzioni. Le pene più pesanti, a venti anni di detenzione ciascuno, toccano le posizioni di Giuseppe Pasqualino e Salvatore Mirko Rapisarda, ritenuti tra i riferimenti principali del traffico di sostanze stupefacenti per i clan. Sedici anni e quattro mesi per un altro imputato collocato nella struttura portante del traffico di droga, Giuseppe Domicoli. Quindici anni e sei mesi di reclusione a Salvatore Nocera. Undici anni e quattro mesi a Giuseppe Borgese. Nove anni e nove mesi a Diego Milazzo, nove anni e quattro mesi per Giuseppe Sicurella, nove anni e un mese per Angelo Lorefice (è venuta meno la contestazione mafiosa), nove anni a Fabio Palumbo. Otto anni e dieci mesi a Salvatore Azzarelli e Rocco Grillo, otto anni e nove mesi a Mohamed Omar, otto anni a Rocco Rinzivillo (1989), otto anni e due mesi in continuazione per Vincenzo Romano (anche in questo caso con l'assoluzione dalla contestazione mafiosa), sette anni a Manuel Ieva (assolto dall'accusa di mafia e da quella legata all'organizzazione per la droga), sei anni e otto mesi per le posizioni di Antonio Rapicavoli e Carmelo Scilio, sei anni e due mesi a Giuseppe Sinatra, sei anni a Crocifisso Di Gennaro (era indicato ai vertici del gruppo degli Emmanuello ma è venuta meno l'accusa di mafia oltre a quella dell'associazione per il traffico di sostanze stupefacenti), cinque anni e quattro mesi per Luca Marino, cinque anni e due mesi per Giuliano Scordino, quattro anni e otto mesi a Emanuele Pantano, quattro anni e cinque mesi a Massimiliano Astuti, quattro anni ad Alberto Pasquale Di Dio, quattro anni in continuazione al collaboratore di giustizia Calogero Peritore, quattro anni anche ad Antonio Sollazzo e Salvatore Taormina, tre anni e sette mesi per Alessandro Peritore (anche in questo caso viene meno l'accusa dell'associazione per la droga), tre anni e quattro mesi a Nicola Palena (assolto dal capo relativo all'associazione per il traffico di droga), tre anni a Giuseppina Bonanno, Giacomo Di Noto (in continuazione), Graziana Domicoli, due anni e sei mesi per il collaboratore di giustizia etneo Salvatore Castorina, due anni a Luigi Scuderi (in continuazione), Giuseppe Verdelli. Assolti Alessandro Pellegrino, Dario Gagliano e Salvatore Mezzasalma (difesi dai legali Flavio Sinatra e Gioacchino Marletta), Rocco Rinzivillo (1978) (con il legale Rosario Prudenti), Giuseppe Alaimo (con i legali Giuseppe D'Acqui' e Giacinto Paci), Daniele Mangiagli (con l'avvocato Franca Auteri), Vincenzo Scerra (rappresentato dall'avvocato Adriano Falsone) e Giuseppa Lauretta (difesa dal legale Danilo Tipo). Nel complesso, l'ipotesi mafiosa avanzata dall'accusa non ha trovato un vero e proprio riconoscimento ma sono state emesse condanne pesanti soprattutto rispetto ai fatti di droga. Altri imputati ne rispondono in dibattimento davanti al collegio penale del tribunale di Gela. L'inchiesta è stata condotta dai pm della Dda nissena. Tra le parti civili, c’è il Comune di Gela, su mandato dell’amministrazione, rappresentato dall’avvocato Giusy Ialazzo. Sono parti civili inoltre il Ministero dell’interno, attraverso l’Avvocatura dello Stato (con il legale Giuseppe Laspina), il Comune di Canicattì e un’associazione antiracket. Gli imputati sono rappresentati dagli avvocati Davide Limoncello, Carmelo Tuccio, Angelo Cafà, Cristina Alfieri, Rocco Cutini, Domenico Cacocciola, Maria Lucia D’Anna, Salvatore Bruzillà, Dario Polizza Favaloro, Salvatore Pace, Giuseppe Cascino, Luigi Zinno, Andrea Giannino, Alfonso Abate, Luca Cianferoni, Antonio Montana, Calogero Meli, Debora Speciale, Gioacchino Mule’, Salvatore Pennica, Salvo Macrì, Nicoletta Cauchi, Giovanni Lomonaco, Gaetano Rizzo, Giovanni Salvaggio, Calogero Lo Giudice, Fabrizio Bellavista, Paolo Ingrao, Matteo Anzalone, Rosanna D’Arrigo e Teresa Raguccia.