Gela. L’avrebbe conosciuto solo a seguito della sua attività imprenditoriale. Con il boss sessantenne Salvatore Rinzivillo, Francesco Doddo non avrebbe però avuto altri rapporti. Ha voluto rilasciare dichiarazioni spontanee, davanti al collegio penale del tribunale presieduto dal giudice Roberto Riggio (a latere Marica Marino ed Eva Nicastro). E’ tra gli imputati in uno dei filoni processuali dell’inchiesta “Cleandro”, legata sempre all’indagine madre “Extra fines”. Ne rispondono presunti fiancheggiatori di Rinzivillo, che secondo i pm della Dda di Caltanissetta avrebbero avuto un ruolo importante in un vasto traffico di droga, con sponde anche in Germania. Doddo ha riferito di contatti con Rinzivillo, conosciuto nel parcheggio che gestiva in provincia di Messina. “Mi parlò di Ivano Martorana e della possibilità di fare lavori”. Si sarebbero dovuti recare a Roma, ma pare che poi non ci fu un seguito. I contatti di Doddo sono stati richiamati anche nella deposizione rilasciata da un ex assessore comunale di Milazzo. Il testimone, più volte si sarebbe recato nella capitale per incontri di lavoro, anche con un imprenditore. Il contatto lo avrebbe fornito lo stesso Doddo. L’ex assessore, invece, ha escluso di aver mai conosciuto Rinzivillo.
La prossima settimana, dovrebbe toccare ai pm dell’antimafia di Caltanissetta, che chiuderanno con la loro requisitoria e con le richieste. Poi, sarà il turno delle difese. Oltre a Doddo, sono a giudizio Riccardo Ferracane, Giuseppe Cassaro, Vincenzo Spiteri e Gabriele Spiteri. Secondo gli investigatori, la base logistica tedesca sarebbe servita per organizzare un vasto traffico di droga, a supporto della famiglia di mafia. Tra gli altri, gli imputati sono difesi dai legali Flavio Sinatra, Angelo Cafà, Fabrizio Formica, Giovanni Lomonaco e Walter Tesauro.