Blitz “Chimera”, “rapporti tra Brancato e i mazzarinesi per la droga”

 
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Gela. L’asse tra i mazzarinesi del clan Sanfilippo e il gelese Emanuele Brancato sarebbe stato spesso assai attivo per le forniture di droga. Gli investigatori che hanno seguito l’indagine “Chimera” monitorarono i contatti frequenti tra il gelese e alcuni affiliati alla famiglia stiddara. L’ha spiegato il tenente dei carabinieri che ha preso parte ai tanti approfondimenti investigativi. E’ stato sentito davanti al collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore. Brancato avrebbe avuto un solido rapporto d’affari con i mazzarinesi. “Vendeva quasi a prezzo di costo”, ha spiegato questa mattina in aula il militare dell’arma. C’era parecchia fiducia nella qualità delle forniture del gelese, a sua volta coinvolto nell’indagine insieme alla moglie. Brancato ne risponde però in un altro filone processuale. Sarebbero stati soprattutto Giuseppe Sanfilippo e il figlio ad avere i contatti principali. “Facevano capire che Brancato potesse arrivare a fornire fino ad un chilo”, ha continuato il tenente dei carabinieri. Spesso gli incontri si tenevano a Settefarine, in una zona piuttosto isolata.

I mazzarinesi sarebbero arrivati in Calabria per le forniture. Sono a processo Santa Sandra Aleruzzo, Bruno Berlinghieri, Giovanni Di Pasquale, Rosangela Farchica, Samuel Fontana, Vincenza Galati, Antonino Iannì, Dario Iannì, Vincenzo Iannì, Bartolomeo La Placa, Ilenia La Placa, Francesco Lo Cicero, Michele Mazzeo, Enza Medicea, Rosario Ridolfo Nicastro, Salvatore Ridolfo Nicastro, Andrea Sanfilippo, Calogero Sanfilippo (1991), Calogero Sanfilippo (1983), Calogero Sanfilippo (1976), Giuseppe Sanfilippo (1984), Giuseppe Sanfilippo (1979), Marcello Sanfilippo, Maria Sanfilippo, Marianna Sanfilippo, Marianna Sanfilippo (1985), Maurizio Sanfilippo, Girolamo Zuccalà e Ignazio Zuccalà. Tra gli imputati, c’è la gelese Valentina Maniscalco (difesa dall’avvocato Giacomo Ventura), consorte di Brancato (in passato già coinvolto in altre indagini sul traffico di droga). Per due omicidi, ricostruiti dai carabinieri e dai pm della Dda di Caltanissetta, saranno giudicati con l’abbreviato dal gup del tribunale di Caltanissetta sia Salvatore Sanfilippo (1963) che Beatrice Medicea (sono difesi dagli avvocati Flavio Sinatra e Agata Maira). Gli investigatori sono certi di aver fatto luce sulle morti di Benedetto Bonaffini e Luigi La Bella, che risalgono al periodo a cavallo tra anni ’80 e ’90. Il tenente dei carabinieri sarà sentito anche nel corso della prossima udienza.

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