Blitz “Chimera”, i collaboratori Branciforti e Riggio: “Da anni nessun contatto con Mazzarino”

 
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Gela. Sono stati i primi testimoni, chiamati a riferire in aula, davanti al collegio penale del tribunale di Gela (presieduto dal giudice Miriam D’Amore). I collaboratori di giustizia Gaetano Branciforti e Salvatore Riggio hanno però spiegato che ormai da metà degli anni ‘90 sono fuori da ogni contesto legato a Mazzarino, dove secondo i pm della Dda di Caltanissetta (il procedimento è seguito dai magistrati Claudia Pasciuti e Davide Spina) gli stiddari avevano riorganizzato una vera e propria struttura criminale, con connessioni anche fuori dalla Sicilia. Gli arresti furono eseguiti dai carabinieri. Tutti gli imputati, ritenuti organici al gruppo Sanfilippo, sono coinvolti nell’inchiesta ribattezzata “Chimera”. Branciforti e Riggio sono stati tra i primi collaboratori di giustizia legati a quelle dinamiche ma così come hanno riferito, in videocollegamento, dal momento dell’inizio della loro collaborazione con la giustizia hanno tagliato i rapporti con Mazzarino e con le vicende del territorio. E’ stato uno dei legali di difesa, l’avvocato Giampiero Russo, a porre il quesito introduttivo ai due collaboratori, che hanno confermato di non sapere più nulla di ciò che si è verificato nel tempo a Mazzarino e di non averci fatto ritorno.

Sono a processo Santa Sandra Aleruzzo, Bruno Berlinghieri, Giovanni Di Pasquale, Rosangela Farchica, Samuel Fontana, Vincenza Galati, Antonino Iannì, Dario Iannì, Vincenzo Iannì, Bartolomeo La Placa, Ilenia La Placa, Francesco Lo Cicero, Michele Mazzeo, Enza Medicea, Rosario Ridolfo Nicastro, Salvatore Ridolfo Nicastro, Andrea Sanfilippo, Calogero Sanfilippo (1991), Calogero Sanfilippo (1983), Calogero Sanfilippo (1976), Giuseppe Sanfilippo (1984), Giuseppe Sanfilippo (1979), Marcello Sanfilippo, Maria Sanfilippo, Marianna Sanfilippo, Marianna Sanfilippo (1985), Maurizio Sanfilippo, Girolamo Zuccalà e Ignazio Zuccalà. Il collegio penale del tribunale (composto a latere anche dai giudici Marica Marino e Fabrizio Giannola) ha invece respinto la richiesta di giudizio abbreviato avanzata nell’interesse di Vincenzo Iannì, difeso dal legale Sergio Anzaldi. Ai coinvolti vengono contestate svariate ipotesi di reato, oltre all’associazione mafiosa anche le estorsioni e il traffico di droga. Altri accusati hanno optato per riti alternativi. Tra gli imputati, c’è la gelese Valentina Maniscalco (difesa dall’avvocato Giacomo Ventura), accusata insieme al marito Emanuele Brancato (che ne risponde in un altro giudizio) di aver strutturato rapporti con i Sanfillippo per il traffico di droga. Per due omicidi, ricostruiti dai carabinieri e dai pm della Dda di Caltanissetta, saranno giudicati con l’abbreviato dal gup del tribunale di Caltanissetta sia Salvatore Sanfilippo (1963) che Beatrice Medicea (sono difesi dagli avvocati Flavio Sinatra e Agata Maira). Gli investigatori sono certi di aver fatto luce sulle morti di Benedetto Bonaffini e Luigi La Bella, che risalgono al periodo a cavallo tra anni ’80 e ’90. In aula, si torna a fine mese, per sentire altri testimoni. Parte civile nel giudizio è il Ministero dell’interno, rappresentato dall’Avvocatura dello Stato (con il legale Giuseppe Laspina).

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