Gela. Per gli investigatori ci sono quartieri in cui le sacche di illegalità sono ancora più forti. Lo hanno sottolineato in procura durante la conferenza stampa inerente l’operazione “Cava canem” che ha portato all’arresto di 4 persone ed alla segnalazione di altre 50.
Secondo il procuratore Fernando Asaro “quella di oggi è un’operazione necessaria per conquistare spazi di legalità in un territorio dove è forte l’illegalità. Cave canem come l’operazione Cavallo di ritorno. Sono attività di indagine dove è assente la comunità di Gela. La cittadinanza assiste a fatti di reato ma non segnala“.
Gli fa eco il sostituto Scuderi. “Dopo l’inchiesta Cavallo di ritorno ci siamo accorti che altri giovani operavano in altri quartieri, come a Settefarine ed abbiamo deciso di approfondire le indagini”.
Il dirigente del commissariato di polizia Salvatore Cicero ha rimarcato come lo spunto è arrivato da un eccessivo aumento di crimini. “Alla fine del 2017 e inizio 2018 abbiamo assistito ad aumento enorme di furti e così parti’ l’indagine. I veicoli rubati venivano nascosti a Settefarine. Uno degli indagati, Carmelo Ascia, parla in una intercettazione di quello che faceva, considerandolo come fosse stato lavoro. “Devono mangiare tutti“...