Gela. Furti ma anche la rapina ai danni di un giovane, per sottrargli i biglietti di un concerto. Il collegio penale del tribunale ha condannato cinque imputati, tutti coinvolti nell’inchiesta “Cavallo di ritorno”. I verdetti più pesanti sono stati emessi nei confronti di Pasquale Trubia (quattro anni di reclusione con il riconoscimento delle attenuanti generiche) e Salvatore Lignite (tre anni sempre con il riconoscimento delle attenuanti). Secondo il collegio penale del tribunale, avrebbero affrontato e aggredito un coetaneo, per sottrargli i biglietti di un concerto, alcuni dei quali poi rivenduti. Un anno e quattro mesi, invece, ad Armando Ferrigno. Dieci mesi ad Armando Emanuele Ferrigno e sei mesi, con pena sospesa, per Alessandro Avenia. Sono tutti stati coinvolti nell’indagine che ha consentito ai poliziotti del commissariato e ai pm della procura di ricostruire decine di furti. Le difese, sostenute dagli avvocati Flavio Sinatra, Carmelo Tuccio, Maria Elena Ventura, Salvo Macrì e Nicoletta Cauchi, hanno messo in dubbio la ricostruzione condotta dal pm Federica Scuderi, che ha più volte sottolineato la violenza dei giovani a processo, soprattutto riferendosi al pestaggio per i biglietti.
I legali, in aula, hanno ricostruito il contenuto delle intercettazioni e ribadito l’assenza di certezze sul coinvolgimento dei loro assistiti. Il collegio ha riconosciuto la responsabilità di tutti gli imputati, seppur con pene inferiori rispetto a quelle richieste dal pm, al termine della sua requisitoria.