Gela. Per loro venne disposto il giudizio immediato. Furono coinvolti nell’indagine antidroga “Smart working”. Il giudice Marica Marino, a conclusione del procedimento, ha emesso tre condanne. Sei anni e nove mesi sono stati decisi per Antonino Raitano, con il riconoscimento della continuazione rispetto a una precedente pronuncia di condanna emessa sempre per la sua posizione. Sei anni e sei mesi, invece, al fratello Ruben Raitano, anche in questo caso riconoscendogli la continuazione con una precedente decisione. Quattro anni e tre mesi di reclusione, infine, è la pena definita per Francesco Casco, con la continuazione tra i capi di accusa e una diminuente indicata nel dispositivo letto in aula dal magistrato. Sia per Casco (rappresentato dal legale Lia Comandatore) sia per Antonino Raitano (con il legale Davide Limoncello), c’è stata la pronuncia di assoluzione per ulteriori contestazioni. La procura, con il pm Sonia Tramontana, aveva concluso per il riconoscimento di una piena responsabilità per i tre imputati. Per Casco, erano stati chiesti otto anni di detenzione. Sei anni e sei mesi, ciascuno, invece, per i fratelli Raitano.
Secondo i pm e i poliziotti che eseguirono il blitz “Smart working”, gli imputati ebbero un ruolo attivo nello spaccio di droga in città, insieme ad altri complici, già condannati in abbreviato. C’è anche chi ha optato per il giudizio ordinario e dovrà presentarsi davanti ai magistrati, compreso il neo collaboratore di giustizia Giuseppe Schembri.