Gela. Il livello delle acque del lago Biviere continua a scendere. Un fenomeno che va avanti da alcuni anni, denunciato dai responsabili della Riserva, che nel recente passato si sono rivolti anche ai pm della procura. Emilio Giudice parla chiaramente di un lago, nella riserva protetta, che “si sta prosciugando”. Ad oggi, a poco sono servite le denunce e le segnalazioni, avanzate nei tavoli ufficiali. “Nel passato c’è stato un sistema di prelievo delle acque fuori dal comune – dice Giudice – purtroppo, gli enti di controllo sembrano fuori dal mondo. La situazione è di una gravità assoluta”. I responsabili della Riserva, già da alcuni anni, hanno disposto il blocco di qualsiasi prelievo idrico dal bacino del Biviere. Però, l’acqua non affluisce. “Il problema vero, è inutile girarci intorno, riguarda il Ragoleto – continua Giudice – nessuno, fino ad oggi, ha voluto affrontare la questione. Una parte di quelle acque deve affluire al Biviere. Bisogna intervenire, anche nei confronti di Eni”. Con livelli che si riducono, l’intera area è a forte rischio.
“Non abbiamo mai avuto indicazioni sullo stato ecologico del Biviere – continua Giudice – Arpa non ha mai fatto uno studio completo. Questo vale per il Biviere, così come per il fiume Gela o il torrente Gattano. Così, Arpa non ha alcuna utilità. Quando ci sono, i rapporti vengono trasmessi anche a distanza di un anno. A cosa servono?”. Secondo Giudice, che presentò un esposto in procura sul caso, ci sono pesanti responsabilità non solo di Arpa ma anche dell’Autorità di bacino, con la quale ha avuto un confronto negli ultimi giorni. “E’ l’intero sistema che non funziona – continua – il Biviere è area di tutela internazionale e credo che diventerà tema di discussione anche in Europa. La politica deve occuparsi di questo, altrimenti significa che ha interessi che non toccano la tutela di un’area fondamentale per la tenuta dell’ecosistema”.