Bisca via Citelli, indagati al riesame: avrebbero controllato le giocate intascando vincite

 
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I carabinieri collocarono telecamere nascoste nella bisca

Gela. La bisca di via Citelli avrebbe assicurato entrate certe agli arrestati, accusati di averla gestita usando il sistema “Pina” per controllare le giocate. La prossima settimana, i gelesi Rosario Romano e Calogero Lo Porto e il licatese Vincenzo Lauria chiederanno ai giudici del tribunale del riesame di Caltanissetta di rivedere i provvedimenti di custodia cautelare firmati dal gip, su richiesta dei pm della procura. I magistrati e i carabinieri, che hanno messo a segno il blitz “Showdown”, sono convinti che gli indagati fossero in grado di pilotare le mani di Texas hold’em, usando un sistema nascosto nel portacarte. Un lettore collegato ad un’app avrebbe fatto da viatico per raggirare i “clienti” della bisca. Nel corso degli interrogatori, i tre, attualmente ai domiciliari, si sono difesi, ridimensionando le contestazioni che gli vengono mosse. Hanno spiegato che il sistema “Pina” sarebbe stato usato solo poche volte. Chi frequentava la sala, secondo la loro versione, era consapevole della posta in gioco, anche andando incontro ad ingenti perdite. Gli indagati hanno descritto un vasto circuito, che portava i giocatori incalliti a spostarsi fuori città, in cerca di altre sale illecite.

I ricorsi verranno trattati dai legali dei coinvolti, gli avvocati Flavio Sinatra, Giuseppe Cascino, Salvatore Graci e Maria Cascino. Nel corso dell’inchiesta, è stato appurato che Lauria avrebbe messo a disposizione dei giocatori dosi di cocaina.

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