Gela. “La bioraffineria più innovativa d’Europa”. I vertici di Eni hanno confermato l’intenzione di implementare gli investimenti sul sito di contrada Piana del Signore e su tutti i progetti correlati, con in testa quello del gas “Argo-Cassiopea”. Le vie per una produzione sostenibile sono state delineate nel corso di un dibattito, organizzato dalla multinazionale e dalla fondazione Merita, proprio in città nella sala riunioni della bioraffineria. Al tavolo e in videocollegamento, c’erano il management al completo di Eni e i riferimenti di importanti gruppi come Snam e Aeroporti di Roma (tra i destinatari principali dei carburanti innovativi che Eni produrrà nel sito locale dal 2024). La produzione della bioraffineria è destinata progressivamente ad aumentare. Il mercato dei biocarburanti ha alla base una richiesta che secondo gli esperti intervenuti tenderà a crescere in maniera esponenziale. “Il Meridione può avere un ruolo importante nella filiera”, è stato riferito. Dal presidente di raffineria Walter Rizzi e fino a Giuseppe Ricci (alla testa di Confindustria energia), tutti si sono espressi per un ruolo fondamentale delle produzioni non più legate al ciclo tradizionale degli idrocarburi. Così, per Gela, oltre alla bioraffineria e al progetto sul gas “Argo-Cassiopea”, si lavora per il biojet da “mandare in produzione nel primo semestre del 2014” e ancora per “l’idrogeno green nel progetto insieme ad Enel”. L’incremento della produzione dei carburanti bio si sta sviluppando senza più dipendere dall’olio di palma ma da altre fonti, a partire dagli scarti e da ciò che arriverà da vaste aree in Africa e in Kazakistan, con Eni che ha innestato attività partendo da sementi che vengono indicate come “agri-feedstock”, estranee alla filiera alimentare e coltivate in terreni degradati e riattivati per un diverso ciclo. Ricci ha confermato che “siamo anche impegnati nella fusione nucleare”. Un’altra opzione è quella dei rifiuti e il responsabile biorefining and supply Michele Viglianisi ha parlato di un progetto per Gela legato alla produzione di energia da plasmix e Css. Lo stesso Viglianisi, rivolgendosi in alcuni passaggi al sindaco Lucio Greco, presente all’incontro, ha definito i contorni di un nuovo approccio con l’azienda che intende condividere progetti “con la comunità”. “Progettiamo nuove filiere che possono avere riscontri anche occupazionali”, ha riferito. Qualche dubbio l’ha posto il senatore Pietro Lorefice, intervenuto durante il dibattito. L’esponente pentastellato ha chiesto le ragioni per le quali ancora oggi Eni non abbia investito di più “sulle rinnovabili di ogni tipo”, chiedendo delucidazioni anche sulle perdite nei sistemi degli impianti. “C’è chi pensa – ha detto – che Eni investa troppo sul green washing”. Una tesi esclusa proprio da Ricci, che commentando alcuni dati ha fatto notare che nell’anno in corso “sono già attivi sistemi per rinnovabili per un totale di due giga”.
Il ceo di Snam Stefano Venier ha invece indicato che sulle perdite negli impianti e nei sistemi l’azienda continua a lavorare ma le percentuali sono comunque assai limitate. Sulla stessa linea si è posta il viceministro dell’ambiente Vannia Gava, che a sua volta ha posto l’accento sulla necessità di programmare su questo versante senza approcci “ideologici” legati ad un ambientalismo esasperato. Eni vuole contornare la nuova fase di presenza sul territorio avendo come capisaldi la green refinery e il gas di “Argo-Cassiopea” e in attesa di concretizzare quasi del tutto un processo di decarbonizzazione ancora in essere. Tutti sviluppi che nei programmi dovrebbero avere ricadute occupazionali. La scorsa settimana, durante il congresso Filctem, il segretario uscente Gaetano Catania ha chiesto all’azienda di “ricominciare ad assumere in città”.