Gela. Per ora, ritira la propria firma.
Bennici “congela” la firma. Il consigliere comunale di Sicilia Futura Sandra Bennici l’ha comunicato sia al segretario cittadino Franco Giudice sia agli altri componenti del gruppo consiliare. “Da un punto di vista personale – dice proprio Bennici – non posso condividere lo stesso documento di sfiducia firmato da Angelo Amato, che soprattutto nelle ultime settimane si è scagliato violentemente contro di me, strumentalizzando la vicenda della Rsa Caposoprano. In ogni caso, sosterrò la mozione in aula. Ho anche chiesto agli altri consiglieri del gruppo di non ritirare le loro firme, altrimenti saremmo passati per assoluti incoerenti. Noi siamo per la sfiducia e lo abbiamo dimostrato in più occasioni”. La decisione del consigliere era nell’aria, soprattutto dopo che il grillino Angelo Amato ha sciolto la riserva, decidendo di condividere il documento unitario. Insomma, allo stato attuale la sfiducia ha dodici firme “virtuali”. “Ho già garantito agli altri consiglieri comunali di Sicilia Futura Giuseppe Ventura, Antonino Biundo e Cristian Malluzzo – conclude Bennici – che se senza la mia firma non si arrivasse alla soglia dei dodici, allora sarei pronta, a malincuore, a condividere il documento, pur con la presenza di Amato. Voglio che la discussione sulla sfiducia arrivi in aula”. Insomma, almeno virtualmente le dodici firme rimangono. Se non si trovasse un “sostituto” di Sandra Bennici, lei stessa ritornerebbe sui propri passi. Un percorso ad ostacoli che, comunque, potrebbe essere superato con la firma dell’altro forzista Crocifisso Napolitano, ancora non pervenuta a differenza di quella già apposta da Salvatore Scerra. A questo punto, in un clima politico decisamente confusionario, la sfiducia dovrebbe comunque arrivare in aula ed essere discussa, salvo nuovi cambi di programma. Il documento unitario è stato condiviso da Simone Morgana, Virginia Farruggia, Vincenzo Giudice, Angelo Amato, Angela Di Modica, Carmelo Casano, Giuseppe Ventura, Antonino Biundo, Cristian Malluzzo e Maria Pingo.
