Gela. Lucciole al lungomare venderebbero il loro corpo a giovani adolescenti. Sesso a pagamento per poche decine di euro, anche in sella agli scooter. Un fenomeno che sembrava non interessare la nostra città, che torna alla ribalta.
Ogni sera percorrendo il lungomare Federico II di Svevia, verso la fine della strada si possono trovare delle giovani donne che vendono le loro prestazioni sessuali.
Sembrerebbero delle baby-squillo, insulto che riporta alla cinematografia che indica ragazzine strappate dai banchi di scuola e mandate non si capisce se volontariamente o meno a vendersi sull’arteria che porta al mare. Al calar delle luci del giorno, già intorno alle 21 si possono incrociare mercenarie ferme sul bordo della strada in attesa di qualcuno.
Non baderebbero al fatto che a chiedere loro del sesso sarebbero ragazzini non maggiorenni, raggiungerebbero infatti le prostitute col ciclomotore per portarle nella zona industriale che si trova nelle vicinanze e per vedere soddisfatte le loro richieste.
Le donne potrebbero avere diverse motivazioni per vendersi e qualora venissero scoperte andrebbero incontro a delle sanzioni penali perchè non solo è vietato prostituirsi in strada, cioè all’aperto, ma potrebbero essere puniti anche i beneficiari delle prestazioni.
Il compenso sarebbe di pochi euro dato che la presenza di ragazzini risulterebbe numerosa. Constatare la presenza di alcune lucciole potrebbe favorire la trasmissione di infezioni sessuali.
L’ affluenza di macchine e motorini lascerebbe trasparire la solita teoria che in città dilaga, “ tutto si può comprare ”. Non importa se la durata è di dieci minuti sul sedile ribaltabile di una macchina o addirittura sulla sella di un motorino.