Catania. I pm della Dda di Catania li hanno portati dal gup, ritenendoli attivi nel sistema delle estorsioni, che i gruppi di Cosa nostra e stidda, a Niscemi, avrebbero portato avanti per anni. Davanti al giudice dell’udienza preliminare del tribunale etneo, al termine del giudizio abbreviato, due imputati sono stati assolti. Si tratta di Roberto Aleo e Salvatore Calcagno. In base alle accuse, insieme ad altri esponenti dei clan, in passato imposero la messa a posto a diverse aziende gelesi, impegnate anche in appalti pubblici, proprio a Niscemi. Soprattutto il settore dei rifiuti e l’edilizia avrebbero attratto le organizzazioni criminali niscemesi. Per l’accusa, chi voleva lavorare doveva mettersi in “regola”, proprio con stidda e Cosa nostra. Il gup, per le posizioni dei due imputati, che hanno optato per il giudizio abbreviato, non ha però individuato riscontri, che potessero portare alla condanna. La Dda catanese aveva chiesto otto anni per Calcagno e l’assoluzione per Aleo. Il gup ha invece disposto l’assoluzione per entrambi. Condanne erano state chieste anche dalle parti civili. I legali degli imprenditori vessati hanno concluso per il pieno riconoscimento della responsabilità penale.
Gli imprenditori sono rappresentati dai legali Stefano Scepi, Laura Cannizzaro, Salvatore Falzone e Fabrizio Ferrara. Anche il Comune di Niscemi si è costituito parte civile, con l’avvocato Aurelio Lattaferro. Lo scorso anno, il gup rinviò a giudizio altri coinvolti. Rispondono alle contestazioni, davanti a collegio penale del tribunale di Caltagirone. Si tratta di Francesco Amato, Gianfranco Arcerito, Salvatore Blanco, Salvatore Di Pasquale, Salvatore Ferrara, Salvatore Mastrantonio, Francesco Melfa, Salvatore Perticone, Rosario Russo, Rosario Zarba e Giuseppe La Russa. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Francesco Spataro, Salvo Macrì, Fabio Bennici, Danilo Tipo, Luigi Cinquerrui, Agata Maira, Massimo Consortini, Eugenio Muscia, Barbara Biondi, Marco Greco, Donatella Singanella e Franco Passanisi.