Avis, un bilancio magro: nel 2014 raccolte solo sessantaquattro sacche di sangue

 
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Gela. L’Avis si è insediata in città poco più di un anno fa, raccogliendo le critiche dell’Adas che era stato snobbato nel giorno della presentazione alla città.

A distanza di tredici mesi, l’Avis traccia un bilancio “magro” dell’attività di raccolta delle sacche di sangue nel territorio. L’associazione coordinata in città da Sebastiano Arnone, è stata capace di consegnare al centro trasfusionale del presidio ospedaliero “Vittorio Emanuele” appena 64 sacche, l’ultima delle quali il 12 dicembre 2014. Il consiglio direttivo dell’Avis si compone del vice presidente, Filippo Franzone, e dai consiglieri: Giulio Cordaro, Renato Nicosia e Salvatore Di Caro. Quest’ultimo, presidente dell’associazione Late (Libera associazione talassemici emopatici), aveva sollecitato la necessità di potenziare la raccolta delle sacche di sangue per raggiungere l’obiettivo dell’autosufficienza in ospedale. Obiettivo da anni supportato solo dai componenti dell’Adas, che grazie al loro centro di raccolta autonomo consegnano 3700 sacche sulle complessive 4200 raccolte in città. L’Avis è approdata in città dopo avere sancito una convenzione con l’Azienda sanitaria provinciale che ha messo a disposizione una stanza tra le corsie dell’ospedale di via Palazzi, proprio per agevolare la raccolta di sangue nel territorio. In verità, il presidente dell’Avis aveva promosso due iniziative per incentivare la popolazione a donare le sacche, una delle quali a scuola nel corso dei giochi matematici e con un gazebo in piazza Umberto primo.

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