Autostrada Gela-Siracusa, l'eterna incompiuta: i sindacati denunciano una politica immobile
Gela. “Del protocollo sottoscritto al Mise non abbiamo visto nulla. C’è un buon accordo ma non viene monitorato dalla politica e dal sindacato. Non hanno dato seguito nemmeno ai controlli periodici in...

Gela. “Del protocollo sottoscritto al Mise non abbiamo visto nulla. C’è un buon accordo ma non viene monitorato dalla politica e dal sindacato. Non hanno dato seguito nemmeno ai controlli periodici inseriti nel progetto di 2.2 miliardi di euro per la riconversione della fabbrica Eni e l’avvio delle estrazioni di gas on e off shore.
La produzione della fabbrica è ancora ferma. Ormai da oltre un anno”. Con queste parole, Santino Barbera, segretario regionale della Filca Cisl, è intervenuto sull’emergenza occupazionale indetta unitariamente dalle sigle sindacali di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil. La manifestazione “Evitiamo la desertificazione” ha fatto tappa, come annunciato, presso lo svincolo dell’autostrada Gela-Siracusa, una delle incompiute più vergognose della nazione. Il progetto risale ai primi anni settanta ma il tratto compreso tra Ragusa e Gela non esiste nemmeno sulla carta. Un centinaio di persone ha partecipato alla manifestazione, per chiedere l’avvio degli investimenti e denunciare la scarsa attenzione del territorio da parte della politica.
I fautori della giornata di protesta, Franco Iudici (Fillea Cisl), Dathan Di Dio (Feneal Uil) e Francesco Cosca (Fillea Cgil), hanno ribadito la necessità di contrastare la disoccupazione avviando “interventi di recupero del centro storico della città – sostengono – Siamo contro la cementificazione, per questo dovrebbero essere avviati tutti gli interventi di riqualificazione delle piazze e degli edifici della città. La politica deve sollecitare interventi di messa in sicurezza del territorio e contrastare il rischio idrogeologico”.