Gela. A parlare, subito dopo l’avvio della sua collaborazione con la giustizia, è stato Giovanni Canotto. Ha consentito ai pm della procura e agli investigatori di ricostruire diversi incendi di automobili, il rogo di un chiosco sul lungomare e gli spari contro un’abitazione a Borgo Manfria. Canotto ha ammesso di aver agito e si è autoaccusato, facendo però i nomi di presunti complici e mandanti. Ora, sono davanti al gup del tribunale. Lo stesso Canotto, attraverso il suo legale, l’avvocato Angelo Tornabene, ha già deciso di patteggiare. Nell’indagine, sono stati coinvolti altri imputati, si tratta di Carmelo Martines, Gaetano Marino, Pietro Mondello, Gianluca Pellegrino, Rosario Di Natale, Carmelo Damaschelli, Salvatore Palumbo e Alex Pisano. Il giudice dell’udienza preliminare dovrà valutare le prime richieste di riti alternativi, avanzate da alcuni dei legali di difesa. Altri accusati, già in fase di indagine si sono sempre difesi escludendo di aver mai conosciuto Canotto. Hanno spiegato di non aver commissionato danneggiamenti, come invece raccontato dal giovane collaboratore di giustizia.
In più occasioni, si è autoaccusato di diversi reati, raccontandone i particolari agli investigatori. In aula, si tornerà a dicembre. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Giacomo Ventura, Carmelo Tuccio, Francesco Enia, Dionisio Nastasi, Orazio Rinelli e Giuseppe Fiorenza.