Gela. Ci sarebbero delle incongruenze nella ricostruzione dei particolari di un’azione di fuoco, che quattro anni fa, a San Giacomo, distrusse la vettura usata da un giovane. Le accuse sono mosse ad Orazio Pirone, in passato coinvolto nell’inchiesta “Inferis”. In aula, davanti al giudice Eva Nicastro, è stato sentito uno dei poliziotti che si occupò di effettuare le perquisizioni. Sembra che un giubbotto, un paio di scarpe e dei pantaloni, risultassero con tracce di fumo e segni di bruciature. Gli abiti descritti dall’investigatore, che sarebbero stati individuati attraverso le immagini dei sistemi di videosorveglianza, per la difesa non corrispondono affatto con quelli presenti nell’abitazione di Pirone, che non ha mai ammesso responsabilità per l’incendio. Il legale di difesa, l’avvocato Tommaso Vespo ha insistito su quest’aspetto.
I poliziotti si sarebbero concentrati sulla posizione dell’imputato, seguendo le indicazioni giunte da una fonte riservata. Le fiamme si alzarono in via Bevilacqua. Chi agì arrivò sul posto, con il volto coperto e incappucciato.