Gela. Quasi tre ore di riunione consiliare ma senza l’esito finale sul rendiconto 2021 e sulla proposta di adesione al piano di riequilibrio. A conclusione di una seduta tiratissima, con la burocrazia che questa volta ha messo confini ben delimitati, solo dieci consiglieri hanno risposto alla chiamata del presidente Salvatore Sammito. Niente numero legale (come era già prevedibile) e domani i pro-Greco e i civici di “Una Buona Idea”, salvo sorprese, dovrebbero sugellare gli atti finanziari. Servirà una soglia numerica inferiore. La tensione è arrivata alle stelle. Quello che sembrava uno strumento finanziario già acquisito, ovvero il rendiconto 2021, ha invece dato filo da torcere non solo alla politica. L’opposizione, senza distinzioni di collocazione, ha lasciato l’aula. Proprio dal presidente della commissione bilancio, il meloniano Pierpaolo Grisanti, è stata posta l’osservazione che ha poi assorbito l’intera seduta. Tutto si è mosso intorno a circa 137 mila euro non conteggiati nel computo complessivo di un disavanzo dell’ente da 118 milioni di euro. Per i revisori, che non hanno fatto passi indietro, la somma, seppur minima, andava vincolata sulla base della normativa contabile.
Il dirigente del settore bilancio Pino Erba, però, ha più volte sottolineato che i 137 mila euro non spesi nel 2021 comunque non saranno stanziati nel successivo esercizio, escludendo la necessità di vincolarli. La bagarre è partita. L’opposizione, in blocco, non si è fidata dell’amministrazione e soprattutto delle divergenze tecniche tra revisori e dirigente. I meloniani hanno spinto per il ritiro del rendiconto. I toni si sono accessi. “Il centrodestra dimostri di avere coraggio – ha tuonato il sindaco Lucio Greco – questa situazione non l’ha generata la nostra amministrazione. Non si può fare campagna elettorale a danno della città”.
Il meloniano Salvatore Scerra, l’esponente Dc Gabriele Pellegrino e lo stesso Grisanti, hanno respinto il monito politico del primo cittadino, chiedendo ancora una volta di rivedere i numeri del rendiconto, “arrivato dopo otto mesi”, ha precisato Scerra. Il dirigente Erba era però già stato piuttosto laconico, “non si deve mandare indietro un bel niente”, ha riferito rispondendo indirettamente ai revisori. Anche l’assessore al bilancio Mariangela Faraci, che ha aperto la seduta illustrando i contenuti del rendiconto, si è rivolta al dirigente. Proprio al collegio si sono riferiti i civici Rosario Faraci e Davide Sincero. Hanno chiesto una riposta secca sull’opportunità o meno del voto senza il vincolo dei 137 mila euro. Anche in questo caso i toni si sono fatti sempre più accesi. Il capogruppo di “Un’Altra Gela” Giuseppe Morselli ha chiesto un chiarimento al segretario generale Carolina Ferro che di fatto ha sostenuto la linea del dirigente Erba. I numeri non c’erano e se ne riparlerà tra ventiquattro ore. Il voto agli atti finanziari dovrebbe essere garantito dai dieci rimasti in aula fino all’ultima chiamata del presidente Sammito. L’opposizione difficilmente ci sarà.