Ati idrico, a chi andrà la presidenza? Di Stefano, "non voglio scontri politici"
L'Ati, per ora, dovrà varare il bilancio. Gli incastri, soprattutto politici, sembrano ancora da definire
Gela. Secondo molti, insieme alla corsa per le provinciali, andata al centrodestra del presidente Tesauro, e al risiko dell'Ato rifiuti in liquidazione, è uno dei gangli strategici della governance. L'Assemblea territoriale idrica attende il nuovo presidente. L'attuale, il sindaco di Niscemi Massimiliano Conti, ha già un mandato scaduto e prorogato dagli altri primi cittadini. Il ciclo idrico è da sempre croce e delizia per la politica. La guida dell'Ati è un obiettivo che politicamente può incidere ma gli oneri non mancano. I disservizi pesano sui cittadini. Negli scorsi mesi, la procura di Caltanissetta ha aperto un'indagine sulle società che si occupano della gestione. A chi andrà la presidenza dell'Ati non è semplice capirlo. Il sindaco di Caltanissetta Tesauro si è messo la fascia blu di presidente della Provincia, insieme a Forza Italia e all'Mpa-Grande Sicilia, che hanno scommesso su di lui. Potrebbe fare tris? Pare da escludere: l'amministrazione a Caltanissetta e quella del Libero Consorzio assorbono interamente il suo impegno. Proprio Conti, che è anche presidente della giunta dell'Unione dei Comuni, è stato battuto nel derby interno del centrodestra ma solo per i numeri più bassi a Gela e a Caltanissetta, città decisive con il sistema di voto ponderato delle provinciali. L'Ati potrebbe andare al sindaco della città più grande di tutto il territorio provinciale: è una delle opzioni. Di Stefano non si tirerebbe indietro ma non intende accendere una contesa sulla falsariga delle elezioni di secondo livello. “Se si vorrà riconoscere un ruolo a Gela come Comune più grande di tutto il territorio provinciale, va bene e ne saremo contenti. In caso contrario, non mi interessa alimentare scontri e contese politiche per la presidenza dell'Ati – sottolinea Di Stefano – non voglio che si ripeta il clima elettorale delle provinciali”. Se ci dovesse essere un consenso ampio intorno a Gela, Di Stefano potrebbe dire sì alla presidenza. Senza questi presupposti, non pare interessato a un'eventuale sfida a pesarsi. Molto dipenderà dagli equilibri che si registrano nel centrodestra, alle provinciali diviso in due. L'Ati, per ora, dovrà varare il bilancio. “Abbiamo questa esigenza – spiega Conti – una volta approvato il bilancio, poi capiremo cosa succederà”. Gli incastri, soprattutto politici, sembrano ancora da definire.
17.2°