Ati idrico, a chi andrà la presidenza? Di Stefano, "non voglio scontri politici"

L'Ati, per ora, dovrà varare il bilancio. Gli incastri, soprattutto politici, sembrano ancora da definire

26 maggio 2025 19:05
Ati idrico, a chi andrà la presidenza? Di Stefano, "non voglio scontri politici" - Di Stefano e Conti
Di Stefano e Conti
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Gela.  Secondo molti, insieme alla corsa per le provinciali, andata al centrodestra del presidente Tesauro, e al risiko dell'Ato rifiuti in liquidazione, è uno dei gangli strategici della governance. L'Assemblea territoriale idrica attende il nuovo presidente. L'attuale, il sindaco di Niscemi Massimiliano Conti, ha già un mandato scaduto e prorogato dagli altri primi cittadini. Il ciclo idrico è da sempre croce e delizia per la politica. La guida dell'Ati è un obiettivo che politicamente può incidere ma gli oneri non mancano. I disservizi pesano sui cittadini. Negli scorsi mesi, la procura di Caltanissetta ha aperto un'indagine sulle società che si occupano della gestione. A chi andrà la presidenza dell'Ati non è semplice capirlo. Il sindaco di Caltanissetta Tesauro si è messo la fascia blu di presidente della Provincia, insieme a Forza Italia e all'Mpa-Grande Sicilia, che hanno scommesso su di lui. Potrebbe fare tris? Pare da escludere: l'amministrazione a Caltanissetta e quella del Libero Consorzio assorbono interamente il suo impegno. Proprio Conti, che è anche presidente della giunta dell'Unione dei Comuni, è stato battuto nel derby interno del centrodestra ma solo per i numeri più bassi a Gela e a Caltanissetta, città decisive con il sistema di voto ponderato delle provinciali. L'Ati potrebbe andare al sindaco della città più grande di tutto il territorio provinciale: è una delle opzioni. Di Stefano non si tirerebbe indietro ma non intende accendere una contesa sulla falsariga delle elezioni di secondo livello. “Se si vorrà riconoscere un ruolo a Gela come Comune più grande di tutto il territorio provinciale, va bene e ne saremo contenti. In caso contrario, non mi interessa alimentare scontri e contese politiche per la presidenza dell'Ati – sottolinea Di Stefano – non voglio che si ripeta il clima elettorale delle provinciali”. Se ci dovesse essere un consenso ampio intorno a Gela, Di Stefano potrebbe dire sì alla presidenza. Senza questi presupposti, non pare interessato a un'eventuale sfida a pesarsi. Molto dipenderà dagli equilibri che si registrano nel centrodestra, alle provinciali diviso in due. L'Ati, per ora, dovrà varare il bilancio. “Abbiamo questa esigenza – spiega Conti – una volta approvato il bilancio, poi capiremo cosa succederà”. Gli incastri, soprattutto politici, sembrano ancora da definire.

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