Gela. Condannato a pagare il trattamento di fine rapporto e i contributi alla segretaria che gli ha sottratto circa 400 mila euro con la complicità della sorella, del marito e del padre. La ricostruzione dei fatti ha però permesso di accertare la mancanza di 189 mila euro.
La dipendente, Giuseppa Valeria Pisano, non è mai stata condannata e nemmeno andata in giudizio solo a causa della lentezza della macchina organizzativa della giustizia che, dopo avere accertato di essersi incassata i soldi dei clienti, ha liquidato la vicenda con la prescrizione.
Per la stessa vicenda il giudice ha condannato i suoi complici, ovvero il marito Giuseppe Baiunco e il padre Emanuele Pisano, ma in questa circostanza la pena è stata indultata. I due hanno presentato ricorso in Appello.
Così, per lo Stato a pagare sarà solo Massimiliano Puglisi, ovvero l’agente assicurativo colpevole di non avere riconosciuto tutti gli indennizzi alle due dipendenti.
Si tratta delle sorelle e segretarie, Giuseppa Valeria Pisano e Maria Luisa Pisano, capaci di incassare dai clienti i soldi destinati all’agenzia assicurativa e relativi alle polizze, regolarmente emesse.
In alcune circostanze erano riuscite ad incassare anche gli assegni servendosi dei conto correnti bancari intestati ai due familiari coinvolti. La truffa, accertata anche dai militari della guardia di finanza, ammonta a 189 mila euro anche se secondo Puglisi sarebbe di 400 mila euro.
Per l’appropriazione indebita di 189 mila euro lo Stato ha chiesto il riconoscimento di una provvisionale pari a 60 mila euro. Un importo mai incassato e che, comunque, non consentirà a Puglisi nemmeno di onorare i costi calcolati dalla Corte d’Appello di Caltanissetta, sezione lavoro. Ovvero, 64 mila euro: 28 relativi al tfr non riconosciuto e 36 ad un calcolo dei contributi non versati e per il risarcimento degli avanzamenti professionali.
Si sono rivelate indispensabili le ammissioni di molti clienti che, secondo la ricostruzione degli inquirenti, hanno ammesso di avere pagato in contanti le somme dovute per le polizze a Giuseppa Valeria Pisano.
La segretaria presentò lettera di licenziamento non appena Puglisi sporse formale denuncia di smarrimento del denaro mancante.
All’assenza della segretaria, ha fatto seguito la mancanza in agenzia di tutti i libri cassa e dei brogliacci. Era sparito anche il registro informale dei movimenti custodito in un cassetto proprio da Giuseppa Pisano.
Anche per questa attività resa dalla segretaria Puglisi è stato condannato a pagare 64 mila euro, nonostante il ricalcolo chiesto dal suo avvocato di fiducia.