Gela. Undici anni complessivi di carcere perché cosa nostra ennese aveva deciso di autofinanziarsi puntando sulle rapine e entrando in azione anche lungo la statale 115. Il colpo sulla 115. Condanne sono scattate per gli aidonesi Vincenzo Scivoli e Marco Gimmillaro e per il piazzese Riccardo Abati. Erano accusati di aver preso parte all’azione, armata, che permise di portare via circa cento chili di tabacchi dal furgone utilizzato dall’imprenditore niscemese Elvis Lionti. Proprio l’esercente fu colpito mentre, da Gela dove si era rifornito, tornava a Niscemi. Ad entrare in azione, secondo i magistrati della Dda di Caltanisetta, furono proprio Scivoli e Gimmillaro, insieme ad altri complici già giudicati per quei fatti. Abati, invece, avrebbe avviato trattative con un rivenditore gelese per piazzare la refurtiva. Oltre ai tabacchi, vennero portati via diecimila euro.
Le condanne. Cinque anni di reclusione per Scivoli, tre ciascuno per Gimmillaro e Abati: tutte in continuazione con precedenti verdetti. In questo modo, il collegio presieduto dal giudice Paolo Fiore, affiancato dalle colleghe Silvia Passanisi e Ersialia Guzzetta, ha accolto le richieste formulate dal pm Roberto Condorelli. E’ stata riconosciuta una provvisionale da 34 mila euro in favore dell’imprenditore preso di mira, costituitosi parte civile. Gli imputati, autori di una tentata rapina anche a Piazza Armerina, sostenuti dai loro legali, hanno sempre contestato le accuse. Il furgone venne speronato e la vittima fu minacciata con un fucile.