Gela. Per lui, la Gela-Manfria si rivelò fatale, nel giorno del diciassettesimo compleanno. Era il maggio di sei anni fa e Stefano Ascia morì sul colpo, per le conseguenze di un grave incidente stradale. Per quei fatti è arrivata l’assoluzione dell’amico (a sua volta minorenne all’epoca), che era alla guida della Vespa, in sella alla quale viaggiava anche la vittima. Si stavano recando a Manfria. Il conducente riportò la frattura del femore e altre ferite, mentre per Ascia non ci fu nulla da fare. Era a processo per rispondere di omicidio colposo. Secondo i pm della procura minorile di Caltanissetta, l’incidente si sarebbe verificato a causa dell’eccessiva velocità dello scooter. Il giovane imputato, tra i migliori amici di Ascia, stando agli investigatori avrebbe perso il controllo e in pochi istanti ci sarebbe stata la rovinosa caduta e pare anche l’impatto con una vettura che procedeva in direzione opposta. I giudici del tribunale minorile nisseno hanno dichiarato che il fatto “non costituisce reato”. L’assoluzione è arrivata con formula piena. Sul posto, subito dopo l’incidente, arrivarono i poliziotti del commissariato, oltre ai mezzi di soccorso. Durante una lunga e complessa istruttoria dibattimentale, la difesa dell’imputato, sostenuta dall’avvocato Francesco Enia, è riuscita ad ottenere la nomina di un perito, che ha avuto l’incarico di ricostruire nuovamente la dinamica e dare una risposta ad una serie di punti interrogativi, che pare non fossero stati chiariti neanche dai testimoni, chiamati in aula a rispondere alle domande. Il legale del giovane imputato ha sollecitato la nomina di un esperto, autorizzata dai giudici. La perizia, come già sostenuto dalla difesa, ha effettivamente confermato che la velocità non superava i limiti previsti su quel tratto di strada, reso viscido dalla pioggia. Lo stesso imputato, che venne rinviato a giudizio, in fase di indagine aveva spiegato che non ci fu alcuna manovra azzardata e che la velocità non era elevata.
Tutti elementi che la difesa ha voluto rimarcare, servendosi di dati e documentazione tecnica durante l’istruttoria dibattimentale, conclusasi con la pronuncia assolutoria. L’ipotesi alla base dell’accusa è stata messa in forte dubbio. Quella di Stefano Ascia fu una morte che sconvolse la famiglia e tutti quelli che lo conoscevano, resa ancora più drammatica dal fatto che arrivò il giorno del suo compleanno.