Gela. La conferma dell’investimento per il progetto “Argo-Cassiopea” c’è, ma le autorizzazioni comunali ancora mancano. I vertici di Enimed lo hanno spiegato nel corso di un incontro, tenutosi con i sindacati del settore. I segretari provinciali di Filctem, Femca e Uiltec, Gaetano Catania, Francesco Emiliani e Maurizio Castania, erano al tavolo insieme ai manager che stanno seguendo l’iter di quello che è l’investimento più importante, in termini economici, dell’intero protocollo di intesa, che risale a sette anni fa. La base a terra per il gas potrebbe entrare a regime nel gennaio 2024. E’ il termine indicato durante il confronto, ma ci sono iter già avviati, compresi quelli per le gare di appalto. “Alcune sono state concluse e altre invece sono in corso, per le strumentazioni e non solo – dice il segretario provinciale della Femca-Cisl Francesco Emiliani – è stato riferito che tutta la fase delle gare di appalto dovrebbe chiudersi entro il gennaio 2022”. Enimed, come confermato nel corso dell’incontro, è pronta ad anticipare l’avvio degli interventi edili, con le operazioni di movimento terra nelle quattro aree bonificate che potrebbero partire da luglio, ma la preoccupazione è forte sul fronte delle autorizzazioni. Dopo quanto accaduto con ministero e Regione, ora è il Comune a tardare nel rilascio dei permessi per le prime operazioni e per la fase edile. Nelle scorse settimane, a Palazzo di Città, dirigenti e funzionari avevano avuto un incontro urgente con la parte politica. Dal settore sviluppo economico, con l’assessore Terenziano Di Stefano, si spinge per accelerare i tempi e anche la possibilità di far intervenire la commissione interna per la valutazione e i pareri rientra in questa direzione. Però, le autorizzazioni non sono state ancora rilasciate. “Noi siamo stanchi – dice Emiliani – siamo riusciti anche ad ottenere impegni importanti da un’azienda che ha confermato l’investimento e vorrebbe anticipare l’avvio dei primi lavori, però ci troviamo davanti agli stessi problemi di sempre. Se il Comune deve rilasciare delle autorizzazioni, ci chiediamo perché non lo fa entro i termini previsti. Se questa situazione dovesse protrarsi ulteriormente, avvieremo la protesta. E’ un investimento fondamentale per l’occupazione e per la presenza di Eni sul territorio. Questo dovremmo capirlo tutti, ad iniziare dalle istituzioni chiamate a rilasciare le autorizzazioni, indipendentemente da chi ne abbia la competenza. A noi, poco interessa”. Con i permessi attesi e l’avvio dei primi lavori, le parti potrebbero anche arrivare ad un’anticipazione rispetto al termine dell’avvio vero e proprio della produzione, magari a metà del 2023, ma tutto dipenderà anche dai tempi della burocrazia.
“I tempi non possono essere infiniti – spiega ancora Emiliani che condivide la posizione con i segretari di Filctem e Ultec Catania e Castania – ripeto, se dovessero esserci altri ritardi, il sindacato è pronto a mobilitarsi. Enimed, che sta seguendo direttamente gran parte del progetto, ha confermato l’investimento ed è praticamente l’unico di questo tipo, in Italia. Non capisco perché si debba mettere a rischio. Dal Comune, purtroppo, non sono ancora arrivate le autorizzazioni neanche per gli interventi sulle linee per iniettare l’acqua dei pozzi. Sono autorizzazioni senza le quali non si possono effettuare gli interventi previsti e anche i costi sostenuti dall’azienda aumentano”. “Argo-Cassiopea”, come hanno spiegato i manager Enimed, continua ad essere un progetto di riferimento, ma sulle autorizzazioni si giocano ancora i destini dell’investimento e le relative sorti occupazionali, soprattutto nel comparto upstream locale.