Gela. Il futuro più immediato del sito industriale locale passa inevitabilmente da investimenti che vanno realizzati. Questa mattina, è stato ribadito nel corso dell’assemblea generale della Filctem-Cgil provinciale. Il segretario Rosario Catalano ha posto le priorità che dovrebbero assicurare riscontri anzitutto occupazionali, ma non solo. Davanti al segretario regionale Giacomo Rota, sono state passate in rassegna le attuali fondamenta di un settore industriale, in città ormai segnato dalla riconversione di raffineria. “Non è più possibile rincorrere le emergenze. Bisogna avere una progettualità per affrontare le sfide della transizione energetica, infrastrutturale e digitale, con progetti seri e duraturi – ha riferito Catalano – la pandemia prima e la guerra tutt’oggi ci hanno insegnato che non possiamo dipendere dagli altri. Vanno portati a termine i progetti di sviluppo del giacimento di gas “Argo-Cassiopea”, la realizzazione dell’impianto BioJet e le bonifiche delle aree dimesse. Inoltre bisogna, vista l’età media della forza lavoro in Eni, pensare ad un ricambio generazionale con l’impiego dei giovani neodiplomati e laureati, evitando la migrazione verso il nord Italia o addirittura all’estero”. L’insistito refrain sindacale, del resto, non cambia. Anche secondo i vertici della Filctem, “va attuato pienamente il protocollo d’intesa del 2014”. Gli investimenti della multinazionale e le bonifiche sono capitoli essenziali nella disamina dei sindacalisti, che questa mattina si sono confrontati con i delegati, alla Camera del lavoro. Alla presidenza dell’assemblea, per il prossimo quadriennio, è stato eletto Antonio Scordio, dipendente Enirewind, e vicepresidente sarà Silvana Incarbone, dipendente di Eni.
Oltre a toccare aspetti che concernono i temi nazionali, il dibattito si è esteso a Caltaqua e alla flessione attraversata dal gruppo italo-spagnolo che controlla il sistema idrico in provincia, dovuta al “mancato adeguamento delle tariffe previste da Arera e al caro energia”. Anche le reti elettriche tendono a non assicurare grande efficienza. “Enel distribuzione – è stato aggiunto – invece di aumentare la capillarità dei presidi, cerca di razionalizzare allungando a dismisura il disaggio degli utenti in caso di intervento per guasto”. Gli investimenti sul territorio di Eni si confermano il tema principale, in un contesto economico che ancora oggi è assolutamente deficitario e legato a doppia mandata proprio al cane a sei zampe, ora con un programma imperniato sulle produzioni sostenibili.