Gela. Raffineria, attraverso la società specializzata Eni Rewind, ha risposto alle osservazioni preliminari avanzate in apertura della conferenza di servizi ministeriale, avviata per il progetto di messa in sicurezza operativa dei terreni insaturi dell’area industriale della multinazionale. Nelle integrazioni inoltrate anche al Ministero della transizione ecologica, i tecnici di Eni Rewind hanno dato risposta alle osservazioni poste dagli enti che valuteranno il progetto. Viene confermato che gli interventi di messa in sicurezza operativa saranno condotti nelle aree ancora attive e finalizzate al processo produttivo, come quelle che ospitano “uffici e magazzini” e “impianti e serbatoi”. La bonifica, invece, si concentrerà nelle “aree non produttive”. L’unica eccezione riguarderà un punto del sito produttivo, che pur rientrando nel blocco di “uffici e magazzini” è risultato “contaminato da mercurio” e quindi si prevedono attività di bonifica. Si effettuerà lo scavo e il terreno contaminato sarà smaltito in un impianto esterno.
In aree non produttive, per le quali è in programma la bonifica, ci saranno verifiche ulteriori, con indagini integrative come nelle zone di Bosco Bulala e Valle Priolo. Domani, la conferenza di servizi riprenderà. Si procederà con l’illustrazione del progetto e il confronto tra tutte le parti coinvolte. Gli enti avevano posto una serie di richieste anche sui metodi degli interventi, che sono previsti in un arco temporale di circa cinque anni, così è indicato nel progetto. La conferenza di servizi era partita ad inizio agosto ed è stato necessario un tavolo tecnico rispetto alle osservazioni poste, tenutosi a settembre. Si tratta di un progetto molto complesso che tocca aree assai vaste, riferibili all’attività della multinazionale.