“Area di crisi complessa”, l’accordo di Roma su Eni: sarà un vero successo?

 
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Gela. Divisioni, anche sul fronte sindacale, superate per qualche ora e firma apposta
all’intesa sul futuro di Eni in città.

I livelli occupazionali, anche a detta del segretario provinciale dell’Ugl chimici Andrea Alario che non aveva firmato il verbale siglato a livello locale sul fronte del diretto della fabbrica, mantenuti. Si conferma, seppur con qualche miglioria, l’impianto impostato da Eni e sindacati per la fabbrica di contrada Piana del Signore, con un presunto avvio della green refinery entro il primo semestre del 2017.
“Nel frattempo – spiega il segretario della Femca Cisl Francesco Emiliani – un coordinamento tra tutte le parti in causa vigilerà sul rispetto dei punti dell’intesa, coinvolgendo anche le rsu”.
Sul fronte indotto, il picco medio previsto di 1.200 unità da impiegare dovrebbe raggiungersi nel 2016, scendendo a 1.000 unità nel 2017 a fronte delle 900 unità del 2015. Dal tavolo, è emerso chiaramente l’interesse di altri gruppi economici per possibili investimenti in città.
“Verrà chiesta – spiega il sindaco Angelo Fasulo – la dichiarazione di area di crisi complessa che fa scattare una serie di agevolazioni per lavoratori e aziende interessate ad investire. Chiaramente, verrà coinvolto il ministero del lavoro, almeno nella prima fase, per assicurare gli ammortizzatori sociali in favore degli operai soprattutto dell’indotto”. Spazio è stato dato ad interventi a carico di Eni, in cambio dell’interessamento di regione e comune sul fronte autorizzativo, per una serie di ulteriori attività a sostegno locale.
Dai lavori per migliorare il sistema portuale al rafforzamento del progetto Salute, passando per la costruzione di un impianto fotovoltaico da 10 Mw. Un incremento, rispetto ai 200 milioni iniziali, è stato previsto nel settore delle bonifiche.
Il grande nodo, comunque, rimane quello autorizzativo soprattutto per il settore upstream, ovvero estrazione e esplorazione. Senza autorizzazioni, ministeriali e regionali, tutto si ferma. “Abbiamo firmato – ammette il segretario provinciale dell’Ugl chimici Andrea Alario – perché ci sono miglioramenti. Abbiamo ottenuto l’avvio delle verifiche per la realizzazione di un impianto produttivo di gas naturale da rivendere e la produzione interna di utilities. Di conseguenza, il numero degli operatori del diretto da utilizzare potrebbe essere superiore”.
Solo dalle prossime settimane, però, potrà comprendersi l’effettiva incidenza della pagine firmate a Roma, anche alla presenza del presidente Rosario Crocetta.

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