Area crisi, risorse inutilizzate: partito tavolo, "da estendere a Regione e Invitalia"
L'accordo di programma, di recente rinnovato, non ha mai ingranato per come avrebbe dovuto

Gela. Il confronto istituzionale sarà esteso alla Regione e a Invitalia, dalla prossima convocazione di settembre. Questa mattina, si è aperto il tavolo con organizzazioni sindacali, rappresentanze datoriali, imprenditori e associazioni, circa l'accordo di programma per l'area di crisi, ancora oggi, dopo anni, con non meno di ventuno milioni di euro mai utilizzati per gli investimenti. L'amministrazione comunale, a Palazzo di Città, ha preso l'iniziativa, convocando le parti sociali. "Sicuramente, ciò che emerge con maggiore evidenza - spiega l'assessore allo sviluppo economico Filippo Franzone - è la farraginosità della normativa che regola gli stanziamenti per gli investimenti nell'area di crisi. Il primo bando pubblicato da Invitalia ha risentito proprio di vincoli fin troppo stringenti. Tante aziende hanno rinunciato, inoltre, per i tempi lunghi". Un secondo bando risale ormai a due anni fa e rimane aperto ma i numeri non sono stati comunicati, né per quanto riguarda i progetti selezionati né rispetto agli stanziamenti autorizzati. Il sindaco Di Stefano e l'assessore Franzone, in sede di gruppo di coordinamento e controllo, nella disamina condotta in presenza di dirigenti e funzionari, ministeriali e regionali, fecero notare che sul territorio non è mai partita un'azione di supporto alle aziende locali, per guidarle eventualmente nell'iter dei finanziamenti. "Serve uno sportello da attivare a livello locale - conferma Franzone - lo chiederemo durante il prossimo incontro. Questa prima riunione era finalizzata a vagliare il punto di vista sia delle organizzazioni sindacali sia di quelle datoriali ma anche di imprenditori e associazioni che conoscono il territorio". L'accordo di programma, di recente rinnovato, non ha mai ingranato per come avrebbe dovuto. Potenzialmente, era volto a favorire investimenti alternativi a quelli di Eni. Di concreto si è visto poco o nulla, salvo l'avvio dell'impianto per il ciclo del packaging, unico vero investimento che a oggi ha raggiunto la fase della produzione. Le risorse, seppur insufficienti per un'area vasta come quella di crisi complessa, sono rimaste inutilizzate, in attesa di nuovi sviluppi.