Gela. I fondi dell’area di crisi complessa pare non finiranno nel nulla. Al Ministero dello sviluppo economico, in base a quanto riferito dal senatore grillino Pietro Lorefice, è stata completata la procedura di rifinanziamento. In un arco temporale di circa quindici giorni, potrebbe essere pubblicato il bando di Invitalia, per la selezione dei progetti finanziabili. Il senatore Lorefice, questa mattina, è stato sentito in audizione dai consiglieri della commissione sviluppo economico. Un confronto ritenuto importante, anche rispetto alle novità che di recente sono giunte da Palermo per la Zona economica speciale. Lorefice ha tracciato gli aspetti strategici toccati con l’area di crisi e con le Zes. Continua a seguire questi iter, direttamente rapportandosi con i funzionari ministeriali e con i rappresentanti politici del dicastero, adesso guidato dal leghista Giancarlo Giorgetti. Ha riferito in commissione, al presidente Rosario Faraci e agli altri componenti Luigi Di Dio, Virginia Farruggia, Pierpaolo Grisanti ed Emanuele Alabiso. “Con questi strumenti – dice Faraci – l’obiettivo sarebbe, finalmente, quello di creare un substrato industriale e produttivo sul territorio. E’ chiaro che l’area di crisi e le Zes possono essere complementari tra loro, attirando investimenti. La legge 181, adottata per le aree di crisi, ora prevede parametri finanziari meno rigidi per cercare di accedere ai finanziamenti, nella speranza che questo sia sufficiente. Come commissione proseguiremo i nostri approfondimenti, anche con passaggi ulteriori, attraverso confronti con le associazioni di categoria e Sicindustria”. Non sembra invece percorribile l’aumento della dotazione finanziaria iniziale. Rimane da poco meno di venticinque milioni di euro, ma per un’area di crisi che ricomprende più di venti Comuni, oltre a Gela che è capofila. Bisognerà ripartire dal bando di Invitalia, che però nella prima versione ha portato al finanziamento di un solo progetto.
“Nell’audizione – dice il consigliere grillino Virginia Farruggia che ha fatto da tramite politico per l’incontro – il senatore ha sottolineato che serve comunque una visione politica. La politica deve dare una direzione, sulla quale si può muovere l’imprenditoria del territorio. Abbiamo concordato sul fatto che il Prri, ovvero il Piano di riconversione e riqualificazione industriale della precedente amministrazione, fu fatto quasi per accontentare tutti, mettendo dentro di tutto, ma senza una vera visione. Le modifiche apportate alla legge 181 dovrebbero favorire l’accesso ai finanziamenti”. Tocca però al ministero completare le procedure e ad Invitalia evitare che i fondi possano rimanere inutilizzati.