Area crisi, "iniziativa in città per investimenti a inizio del prossimo anno": vertice con Tamajo, "serve chiarezza"
Tra procedure a rilento e aziende che hanno deciso di non attendere tempi troppo lunghi, i nuovi insediamenti non si sono visti
Gela. La terza “finestra” è stata aperta a fine novembre, nel tentativo di avere nuove proposte di investimento nell'area di crisi locale, che a oggi ha visto l'avvio di un unico progetto produttivo, nel ciclo del packaging. Rimangono circa quindici milioni di euro. Questa mattina, in Regione, in presenza dell'assessore Edj Tamajo, è stato condotto un approfondimento sulle due aree di crisi, Gela e Termini Imerese. “Per quanto riguarda il nostro territorio – dice l'assessore Filippo Franzone presente al vertice – abbiamo comunicato che all'inizio del prossimo anno, probabilmente a febbraio, organizzeremo un'iniziativa in città per dare maggiori ragguagli e avere un confronto diretto con gli imprenditori e le parti sociali. Fino a oggi, dai dati che ci risultano, su un totale di nove proposte di investimento, cinque sono state dichiarate ammissibili mentre il resto non è stato accolto”. L'amministrazione comunale, come ha ribadito Franzone durante il confronto odierno, insiste per una maggiore celerità nelle procedure di selezione e per un quadro normativo che sia chiaro. Gli investimenti, sulla base della legge 181, sono aperti a progettualità che superino il milione e mezzo di euro, una quota che spesso si è trasformata in un peso vero e proprio, al quale va aggiunto quello dei tempi molto lunghi delle istruttorie. “I tempi degli investimenti non sono quelli della burocrazia – aggiunge Franzone – anche questo abbiamo segnalato oggi”. L'area di crisi e l'accordo di programma, per un totale di oltre ventidue milioni di euro, avrebbero dovuto favorire investimenti alternativi a quelli del polo Eni. Tra procedure a rilento e aziende che hanno deciso di non attendere tempi troppo lunghi, i nuovi insediamenti non si sono visti. Bisognerà capire se potranno concretizzarsi i progetti selezionati. Al tavolo palermitano, tra gli altri, c'era il componente della commissione consiliare sviluppo economico, Rosario Faraci. Il consigliere ha posto l'accento sul riordino dei criteri di gestione e assegnazione dei lotti nelle aree industriali, come quella di Brucazzi. Capita che vincoli stringenti o una normativa non chiara possano quasi del tutto paralizzare eventuali nuovi investimenti.
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