Area crisi, "due progetti approvati, uno da valutare": Franzone, "al ministero chieste verifiche su infrastrutture"
Si dovrebbe andare verso un terzo avviso per i fondi
Gela. L'area di crisi e l'accordo di programma, fin dall'insediamento, sono sul tavolo dell'amministrazione comunale, nell'elenco delle priorità. In giornata, si è tenuta una riunione del gruppo di coordinamento e controllo, che mette insieme assessorati regionali e ministeri, oltre alle entità che stanno monitorando il percorso, piuttosto difficile, di questi strumenti istituzionali. Il sindaco Terenziano Di Stefano, l'assessore Filippo Franzone, insieme al dirigente Antonino Collura e al funzionario Rocco Incardona, hanno nuovamente chiesto aggiornamenti sullo stato dei progetti per fondi che ammontano a poco più di venti milioni di euro, a oggi mai utilizzati. I riferimenti di Invitalia e quelli ministeriali hanno indicato che due progetti, tra quelli proposti da gruppi privati, sono stati approvati. Un terzo, invece, è in fase di valutazione. L'area di crisi ha concretizzato, sul territorio, un unico progetto imprenditoriale. Per il resto, si attendono appunto riscontri concreti, dopo anni. “Durante la riunione, che si è tenuta sulla spinta della nostra iniziativa, con il tavolo in Comune – dice l'assessore Franzone – abbiamo insistito con il ministero per capire come sviluppare interventi infrastrutturali, previsti in origine nell'accordo di programma. Ci verrà fornita, a breve, una risposta che speriamo sia più dettagliata possibile”. Il gruppo di coordinamento e controllo deve essere il punto di raccordo tra amministrazione comunale, Regione e ministeri. Con i progetti approvati, l'ammontare complessivo ancora a disposizione si riduce a quindici milioni di euro. “Invitalia ha annunciato un terzo avviso per gli investimenti nell'area di crisi – aggiunge Franzone – nei prossimi mesi, in città, vogliamo tenere un'iniziativa che metta insieme la presenza ministeriale, quella di Invitalia, della Regione e degli imprenditori locali”. All'indomani della riconversione della fabbrica Eni, l'accordo di programma e l'area di crisi avrebbero dovuto fare da trampolino per lanciare nuovi investimenti, alternativi a quelli della multinazionale. I risultati sono, al momento, pari a zero, salvo l'unico investimento che ha permesso di realizzare un sito produttivo nel ciclo del packaging. Più volte, il senatore Pietro Lorefice ha lamentato ritardi e inerzia politica e burocratica, della Regione e del governo nazionale. L'amministrazione comunale vuole sfruttare i fondi ancora a disposizione, interfacciandosi con il territorio e con le istituzioni regionali e romane.
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