Gela. La maggioranza del sindaco Di Stefano inizia ad alzare il muro per respingere le dure critiche mosse da esponenti di opposizione, soprattutto fuori dal consiglio comunale, rispetto alla vicenda delle indennità. “È ora di finirla con il populismo – dice il commissario Pd Giuseppe Arancio appena uscito dalla giunta – personalmente, durante la mia esperienza nel governo della città, ho rinunciato all’indennità. È assurdo però che si facciano polemiche sulle indennità del sindaco e degli assessori. Non capisco perché il primo cittadino della nostra città debba avere un’indennità inferiore a quelle dei sindaci di altri Comuni siciliani, con più di cinquantamila abitanti. Sindaco e assessori lavorano per tutta la giornata a servizio della città. Penso sia giusto che possano avere un sostegno economico, altrimenti nel governo locale dovrebbero starci solo soggetti benestanti o pensionati. Lasciano il loro lavoro per dedicarsi alla città. È inutile che si facciano polemiche di questo tipo”. Dopo i civici di “Una Buona Idea” anche i dem si schierano contro la sfilza di attacchi rivolti alla giunta.
“Sono fondi della Regione e non toccano stanziamenti comunali – aggiunge Arancio – perché si dovrebbe rinunciare? Questa amministrazione sta riaprendo dossier importanti per la città, messi in un cassetto da chi l’ha preceduta. Un’equa retribuzione non viola alcun principio morale. L’amministrazione sta lavorando incessantemente senza risparmiarsi. Mi vergogno per chi soffia sul fuoco della polemica, giusto per aizzare. Dovrebbero invece spiegare cosa hanno fatto nel passato per questo territorio. La procedura del Piano del demanio marittimo, più volte bocciato dalla Regione, è emblematica. C’era chi pensava a cambiare assessori piuttosto di interessarsi alle procedure essenziali per lo sviluppo”.