Gela. Alcune contestazioni, già dopo l’apertura del dibattimento, si rivelarono prescritte, per via del lasso di tempo trascorso. La procura, questa mattina, ha ribadito il “non doversi procedere” anche per tutti gli altri capi di accusa. L’inchiesta si concentrò su presunti accordi tra aziende per aggiudicarsi importanti appalti pubblici a Niscemi. Fra gli imputati, diversi imprenditori gelesi. Secondo le contestazioni iniziali, ci sarebbe stato un presunto “cartello” in grado di assicurare l’affidamento dei lavori, regolando i prezzi delle offerte. Le attività investigative presero il via dall’esito dell’accesso della commissione prefettizia che si insediò nel municipio niscemese dopo i fatti dell’inchiesta “Polis”. Presunte anomalie si concentrarono, ritennero gli inquirenti, intorno agli appalti per la realizzazione di un centro per diversamente abili, per i lavori al mercato ortofrutticolo, per la manutenzione di scuole ed edifici pubblici, per quella delle strade comunali e per gli interventi alla scuola “Bufalino”.
Sono andati a giudizio Antonio Capizzello, Nunzio Capizzello, Emanuele Capizzello, Giovanni Pesarini, Rosaria Vullo, Giuseppe Antinoro, Vincenzo Antinoro, Calogero Grasso, Salvatore Grasso, Orazio Grasso del 1990, Orazio Grasso del 1961, Maria Laura Coco, Daniele Grasso, Samanda Ministeri e Loreto Grasso. Le gare sospette risalivano al periodo compreso tra il 2014 e il 2016. Il Comune di Niscemi si è costituito parte civile, con l’avvocato Antonio Santagati. Il pm Tiziana Di Pietro ha appunto avanzato richiesta di non doversi procedere, a seguito di “intervenuta prescrizione”, davanti al giudice Martina Scuderoni. I difensori, pur sostenendo l’eventuale assoluzione nel merito, non hanno rinunciato alla prescrizione. Tra i legali, ci sono gli avvocati Giacomo Ventura, Giuseppe Cascino, Giovanni Bruscia e Fabio Nocera.