Gela. Un incidente stradale, in contrada Passo di Piazza, costò la vita all’ottantaquattrenne Crocifisso Sarchiello. Fatali furono le conseguenze riportate a seguito del ribaltamento della moto ape sulla quale viaggiava. Stava recandosi nei campi della zona. La vicenda arriva davanti ai giudici romani di Cassazione. E’ stata fissata l’udienza, che comunque andrà incontro ad un rinvio. Per quei fatti, nel dicembre di due anni fa, la Corte d’appello di Caltanissetta, rivedendo la decisione del tribunale di Gela, dispose l’assoluzione del proprietario di un’area limitrofa alla zona dell’incidente, nella quale erano in corso lavori. Fu assolto Giacomo Catavodello, assistito dal legale Maurizio Scicolone (in primo grado la condanna era stata ad un anno e quattro mesi di reclusione con pena sospesa condizionata al risarcimento dei danni in favore dei familiari della vittima). I giudici nisseni, invece, confermarono la decisione di condanna, sempre ad un anno e quattro mesi (con pena sospesa condizionata al risarcimento) per Salvatore Catalano, che si occupava dei lavori. Dalla ricostruzione condotta nella zona dell’incidente mortale, decisiva sarebbe stata la presenza di un cumulo di inerti, contro il quale sarebbe andato a finire il mezzo condotto da Sarchiello. Per l’accusa, non ci sarebbero state le necessarie indicazioni e il cumulo avrebbe reso pericoloso quel tratto di strada. Una versione contestata dalle difese di entrambi gli imputati, che invece hanno posto l’attenzione sulle condizioni della moto ape, considerate non efficienti. Catalano è assistito dal legale Antonio Gagliano, che ha impugnato la condanna confermata in appello. Stessa scelta fatta dalla procura per l’assoluzione emessa nei confronti di Catavodello.
E’ stata accolta la richiesta del legale di parte civile (che assiste i familiari dell’anziano deceduto), il professore Carlo Morselli. Secondo questa linea, ci sarebbero tutti i presupposti per contestare l’assoluzione, che sarà sottoposta al vaglio dei giudici romani così come la condanna confermata in appello. Ai familiari di Sarchiello è già stato riconosciuto il diritto al risarcimento dei danni e quello ad una provvisionale. Sarà la Cassazione a pronunciarsi sulla sentenza d’appello, alla luce dei ricorsi avanzati.